di Francesco Carlà

Il giorno del tacchino

del 26/11/2001
di Francesco Carlà

Il Thanksgiving ha portato volatili in tavola e gente alle Malls.

Naturalmente tutto questo e' accaduto negli Stati Uniti,
ma si sa, ormai il mondo e' proprio piccolo e quello che
succede in America, perfino in fatto di tacchini, conta
parecchio anche al di qua dell'Oceano.

Per questo giovera' sapere che gli americani spendono ancora.

E non solo per i tacchini. A giudicare dalle prime analisi
disponibili sul cruciale 'Giorno del ringraziamento' che
per gli abitanti del Pianeta Usa e' il vero kick off dell'
arrembante mese dello shopping che culmina con il Natale,
le cose vanno molto meno male di quanto si temesse.

Cioe' vanno abbastanza bene.

Nel senso che la gente ha preso d'assalto i centri commerciali,
che gli americani chiamano Malls, e ha comprato un sacco di
roba: giocattoli e videogames in cima alla lista dei desideri,
ma anche dvd e merce di tutti i tipi, materiale e immateriale.

Tutto bene e business come sempre dunque?

Non esattamente. Una magagna, e non piccola, c'e'. I negozianti
a stellestrisce, terrorizzati dall'idea di una crisi nella
spesa e di un crollo delle vendite, hanno anticipato a novembre
e dicembre, i tradizionali saldi post-natalizi. La paura
che la gente se ne restasse tappata in casa, colpita dal
terrorismo e dai licenziamenti per la recessione, ha spinto
a mosse forse un po' troppo impulsive.

Forse non ci sara' crisi nei volumi, ma nei profitti si'.

Comunque e' ancora troppo presto per dirlo: dicembre
emettera' la sentenza definitiva sullo shopping-America,
mentre gennaio dovra' dirci se la grande R recessiva
c'e' sul serio e soprattutto quanto durera'.

Intanto anche l'e-commerce potrebbe resuscitare.

Un paio d'anni fa di questi tempi prevedevo, un po'
audace, la crisi di Amazon e degli altri negozi on
line. Crisi rispetto alle aspettative assurde che
avevano generato: la gente non avrebbe comprato su
Internet e nel Simulmondo quello che aveva piu' senso
comprare sulla Terraferma.

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Per molte ragioni che elencavo, tra cui:

1 Facilita';
2 Convenienza;
3 Servizio;
4 Abitudine;
5 Sicurezza...

24 mesi dopo le prospettive mi sembrano migliori.

Intanto gli abitanti del Simulmondo internettiano
sono molto aumentati e cominciano a prendere sempre
piu' confidenza con gli acquisti: sanno come e dove
conviene comprare on line. In piu', soprattutto
in America, viaggiare e' diventato anatema e, chi
prende l'aereo non puo' comunque portarsi dietro
piu' di una borsa. Fine dei pacchi e pacchetti.

Molti poi non viaggeranno affatto.

Amazon potrebbe beneficiare di questo almeno
da un punto di vista delle vendite. Sono molto
piu' dubbioso sul versante profitti: i margini
sulla roba che vende sono bassissimi e non
miglioreranno certo con l'atmosfera di quest'anno.
E per Amazon i profitti non sono piu' un optional:
ricordate che Bezos, il capo del gigante dello shopping
on line, ha promesso di fare utili entro il 2001?

L'ha promesso anche Soru, ma questa' e' un'altra storia.

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