di Francesco Carlà
Tre brutti errori finanziari e come risolverli
del 17/01/2011
di Francesco Carlà
di Francesco Carlà
Ho ricevuto una lettera molto interessante.
Mi scrive Angelo M. per mettermi a parte
di un tormento che, lo dice lui, gli fa perdere
il sonno. Si tratta di una missiva molto lunga
e quindi la riassumo un po' di seguito.
E alla fine rispondo. Buona lettura.
-Angelo M.
"Ho fatto tre errori nella mia vita finanziaria.
Uno di seguito all'altro. E ho solo 35 anni.
Mi dico spesso che tutti possono sbagliare e che
ci deve pur essere un modo per uscire da questa
situazione che mi angustia.
Ecco gli errori:
Il primo: Ho dato retta ai consigli di un "esperto" finanziario
che, a giudicare da risultati, non aveva affatto esperienza.
Non pensavo che un singolo consiglio sbagliato, anche se
reiterato nel tempo (circa un anno) potesse produrre tanti
danni al mio portafoglio.
Il secondo: Ecco il consiglio sbagliatissimo: ho ereditato un grosso
portafoglio azionario da mio padre. Sto parlando di una
somma con molti zeri. La maggior parte di queste azioni
erano e sono titoli bancari e altre azioni dell'indice
della Borsa di Milano. Quando sono cominciati i
guai, nell'autunno del 2008, e i miei titoli hanno
cominciato a scendere, ho chiesto consiglio a questo
"esperto" sul da farsi. Il suo consiglio e' stato netto:
tenere tutto senza fare nulla. Tanto si trattava di titoli
tranquilli che pagavano dividendi. Sarebbero risaliti
molto presto e senza problemi di ansia.
Il terzo: Non sono affatto risaliti. Anzi hanno continuato a
scendere. Quasi meta' del mio pfolio azionario, due anni,
dopo, se n'e' andato. E molto spesso non hanno pagato
nemmeno i dividendi. Il risultato e' che adesso, elaborato
il lutto della perdita e dei miei errori che ho elencato,
non so cosa fare. Vendo e monetizzo la perdita? Tengo e
spero che risalga il portafoglio (ma se poi continuano a
calare?)? Esiste una terza possibilita'?
-Francesco Carla'
Angelo ha subito una ferita grave.
Qui non si tratta soltanto di soldi. Il problema e',
come succede spesso in faccende finanziarie, anche e
soprattutto psicologico.
Provate a leggere la sua lettera (e le sue domande) cosi':
1 Mio papa' mi ha lasciato custode di una grande fortuna;
2 Io mi sono fidato di uno che non aveva esperienza;
3 Il risultato e' che adesso il mio patrimonio e' ridotto alla meta';
4 L'unica cosa che desidero e' farlo tornare al punto di partenza.
Ragionare cosi', molto probabilmente, porterebbe ad ulteriori
perdite sul capitale iniziale.
Quindi, prima di tutto, scordarsi del capitale iniziale
se si vuole davvero iniziare una nuova strada. Il capitale
attuale e' il nostro capitale. Stop.
Secondo passaggio: il nostro patrimonio puo' essere visto in
due modi.
Il primo: le azioni che abbiamo al momento in pfolio e il loro
valore facciale attuale.
Il secondo: i business che le azioni rappresentano, la qualita'
di questi business, i fondamentali economici e finanziari.
Nel primo caso abbiamo un capitale che e' dato dal valore
attuale delle azioni. Ma non sappiamo nient'altro. Pessima
situazione per un azionista.
Nel secondo caso abbiamo un patrimonio che e' dato dal
valore delle nostre azioni a cui aggiungiamo la conoscenza
dei business sottostanti.
Nessuno dovrebbe detenere azioni se non rientra nel secondo caso.
Credo che sia molto chiaro, allora, cosa dovrebbe fare
Angelo M. (e tutti quelli che si trovano in situazioni
analoghe) per uscire da questa scomodissima condizione:
Primo: riconoscere il proprio capitale attuale dopo l'errore grave;
Secondo: riconoscere il profilo giusto di un investitore azionario.
Per ottenere il primo risultato bisogna guardare in faccia la realta'
e scacciare ogni idea di impossibili e perdenti scorciatoie.
Per ottenere il secondo risultato bisogna usare i 5 Principi
della Finanza Democratica:
1 Nessuno sa, e puo', curare il nostro denaro meglio di noi;
2 Imparare ad investire e' molto semplice e non serve
essere laureati in economia e scienze finanziarie.
Basta essere correttamente informati da chi e'
Strutturalmente Indipendente(*) e non deve vendervi
nessun tipo di prodotti finanziari. Basta saper
fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni,
divisioni, percentuali, e medie;
3 Grazie ad Internet, e' facile e costa molto poco
investire da soli e senza intermediari. E' sufficiente
aprire un conto bancario on line e le commissioni
sono basse e alla portata di tutti gli investitori.
4 Investite solo in quello che capite e conoscete.
5 Non fidatevi di nessuno che vi proponga cose
in contrasto con i punti 1, 2, 3 e 4.
(*) Strutturalmente Indipendente e' SOLO
chi guadagna se guadagnate voi. Non chi guadagna
anche quando voi perdete.
Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'
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Mi scrive Angelo M. per mettermi a parte
di un tormento che, lo dice lui, gli fa perdere
il sonno. Si tratta di una missiva molto lunga
e quindi la riassumo un po' di seguito.
E alla fine rispondo. Buona lettura.
-Angelo M.
"Ho fatto tre errori nella mia vita finanziaria.
Uno di seguito all'altro. E ho solo 35 anni.
Mi dico spesso che tutti possono sbagliare e che
ci deve pur essere un modo per uscire da questa
situazione che mi angustia.
Ecco gli errori:
Il primo: Ho dato retta ai consigli di un "esperto" finanziario
che, a giudicare da risultati, non aveva affatto esperienza.
Non pensavo che un singolo consiglio sbagliato, anche se
reiterato nel tempo (circa un anno) potesse produrre tanti
danni al mio portafoglio.
Il secondo: Ecco il consiglio sbagliatissimo: ho ereditato un grosso
portafoglio azionario da mio padre. Sto parlando di una
somma con molti zeri. La maggior parte di queste azioni
erano e sono titoli bancari e altre azioni dell'indice
della Borsa di Milano. Quando sono cominciati i
guai, nell'autunno del 2008, e i miei titoli hanno
cominciato a scendere, ho chiesto consiglio a questo
"esperto" sul da farsi. Il suo consiglio e' stato netto:
tenere tutto senza fare nulla. Tanto si trattava di titoli
tranquilli che pagavano dividendi. Sarebbero risaliti
molto presto e senza problemi di ansia.
Il terzo: Non sono affatto risaliti. Anzi hanno continuato a
scendere. Quasi meta' del mio pfolio azionario, due anni,
dopo, se n'e' andato. E molto spesso non hanno pagato
nemmeno i dividendi. Il risultato e' che adesso, elaborato
il lutto della perdita e dei miei errori che ho elencato,
non so cosa fare. Vendo e monetizzo la perdita? Tengo e
spero che risalga il portafoglio (ma se poi continuano a
calare?)? Esiste una terza possibilita'?
-Francesco Carla'
Angelo ha subito una ferita grave.
Qui non si tratta soltanto di soldi. Il problema e',
come succede spesso in faccende finanziarie, anche e
soprattutto psicologico.
Provate a leggere la sua lettera (e le sue domande) cosi':
1 Mio papa' mi ha lasciato custode di una grande fortuna;
2 Io mi sono fidato di uno che non aveva esperienza;
3 Il risultato e' che adesso il mio patrimonio e' ridotto alla meta';
4 L'unica cosa che desidero e' farlo tornare al punto di partenza.
Ragionare cosi', molto probabilmente, porterebbe ad ulteriori
perdite sul capitale iniziale.
Quindi, prima di tutto, scordarsi del capitale iniziale
se si vuole davvero iniziare una nuova strada. Il capitale
attuale e' il nostro capitale. Stop.
Secondo passaggio: il nostro patrimonio puo' essere visto in
due modi.
Il primo: le azioni che abbiamo al momento in pfolio e il loro
valore facciale attuale.
Il secondo: i business che le azioni rappresentano, la qualita'
di questi business, i fondamentali economici e finanziari.
Nel primo caso abbiamo un capitale che e' dato dal valore
attuale delle azioni. Ma non sappiamo nient'altro. Pessima
situazione per un azionista.
Nel secondo caso abbiamo un patrimonio che e' dato dal
valore delle nostre azioni a cui aggiungiamo la conoscenza
dei business sottostanti.
Nessuno dovrebbe detenere azioni se non rientra nel secondo caso.
Credo che sia molto chiaro, allora, cosa dovrebbe fare
Angelo M. (e tutti quelli che si trovano in situazioni
analoghe) per uscire da questa scomodissima condizione:
Primo: riconoscere il proprio capitale attuale dopo l'errore grave;
Secondo: riconoscere il profilo giusto di un investitore azionario.
Per ottenere il primo risultato bisogna guardare in faccia la realta'
e scacciare ogni idea di impossibili e perdenti scorciatoie.
Per ottenere il secondo risultato bisogna usare i 5 Principi
della Finanza Democratica:
1 Nessuno sa, e puo', curare il nostro denaro meglio di noi;
2 Imparare ad investire e' molto semplice e non serve
essere laureati in economia e scienze finanziarie.
Basta essere correttamente informati da chi e'
Strutturalmente Indipendente(*) e non deve vendervi
nessun tipo di prodotti finanziari. Basta saper
fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni,
divisioni, percentuali, e medie;
3 Grazie ad Internet, e' facile e costa molto poco
investire da soli e senza intermediari. E' sufficiente
aprire un conto bancario on line e le commissioni
sono basse e alla portata di tutti gli investitori.
4 Investite solo in quello che capite e conoscete.
5 Non fidatevi di nessuno che vi proponga cose
in contrasto con i punti 1, 2, 3 e 4.
(*) Strutturalmente Indipendente e' SOLO
chi guadagna se guadagnate voi. Non chi guadagna
anche quando voi perdete.
Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'
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