di Francesco Carlà

Dobbiamo Investire in Giappone?

del 21/03/2011
di Francesco Carlà
Il Giappone e' la terza economia del mondo,
superato giusto di recente dalla Cina al
secondo posto assoluto.

La terribile sequenza Terremoto-Tsunami-Nucleare
avrebbe messo in ginocchio qualsiasi paese,
e sta creando drammatici problemi anche nella
nazione dei Samurai.

La Borsa di Tokyo, nei primi due giorni
della settimana scorsa, ha perso quasi il
17%. Il mio Blog si e' riempito di Fwiani,
alla ricerca di risposte alle mille domande
che un cataclisma del genere pone anche agli
Investitori Intelligenti di Finanza World.

Perche', in modo minore, anche tutte le altre
Borse del mondo hanno subito il contraccolpo
di quello che e' accaduto in Giappone.


Da quelle parti il sisma non e' certo una novita'.

Nel 1995 hanno avuto l'ultimo terremoto importante
che ha quasi distrutto la citta' di Kobe, epicentro
delle scosse di 16 anni fa.

Cosa e' successo alla Borsa di Tokyo, e altrove,
dopo quel disastro naturale?

Vediamo insieme:

1 L'indice Nikkei ha perso il 25% del suo valore
  in sei mesi (gennaio/giugno 1995) dopo aver ceduto
  circa l'8% nella prima settimana;

2 L'S&P 500 non se n'e' nemmeno accorto. Ne' subito,
  ne' a sei mesi di distanza. Ha continuato a salire.

3 Oro e metalli preziosi hanno fatto bene, mentre
  quelli industriali no.

4 Dollaro male e Yen bene, sia a breve che a medio.


Dobbiamo prepararci a vedere succedere cose simili?

Non ha quindi senso immaginare, come mi hanno chiesto
Lodovico Carla' (mio figlio, 17 anni) e tanti altri
Fwiani a f.carla@finanzaworld.it , una ripresa rapida
del Giappone e della sua Borsa?

La storia non si ripete mai identica. Nemmeno
quella finanziaria ed azionaria.

Non si ripete perche' le condizioni cambiano,
spesso profondamente.

Un paio di conferme veloci?

1 Il Giappone valeva quasi il 18% del PIL mondiale
  nel 1994, mentre adesso e' sceso all'8,7%. La sua
  situazione generale e' incredibilmente simile a
  quella italiana: popolazione invecchiata, economia
  stagnante, consumi interni bassi, politica litigiosa
  e complicata, debito pubblico altissimo. Vedi al punto 2.

2 Il Giappone aveva un debito pubblico ancora piuttosto
  basso nel 1994, prima del terremoto. Mentre adesso
  viaggia oltre il 200% del PIL. Questo vuol dire che
  gli investimenti pubblici per la ricostruzione dell'
  area disastrata (vale l'8% del PIL giapponese, non e'
  poca cosa) dovra' essere fatta con meno rapidita' e
  con meno soldi di quello che non accadde a Kobe.


Le mie conclusioni? Non ha nessun senso scommettere
sulla ripresa dell'Indice Nikkei, o sul suo ulteriore
calo, nei prossimi giorni, settimane o mesi.

Ha molto piu' senso, ed e' quello che abbiamo sempre
fatto a Finanza World con tutti i nostri Premium,
immaginare scenari legati a specifici settori, o a
specifici business, che potrebbero beneficiare della
ripresa e della ricostruzione made in Japan.


E' quello che faremo anche questa volta. Forza Giappone.


Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'


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