di Francesco Carlà

Il pesce puzza dalla testa

del 17/10/2011
di Francesco Carlà
Probabilmente conoscete il mio "Frullatore",
un sistema di analisi e screening che ho
modellato nel tempo, e che mi ha aiutato molto
nella ricerca dei tanti SuperTopVincitori di
questi anni a Finanza World.

Uno dei parametri che contiene recita testualmente:
"Management conosciuto e affidabile, non esoso e durevole."

Non sopporto di avere i miei soldi investiti
in business diretti da manager avidi e insaziabili,
pagati anche quando le cose non vanno bene,
pieni di pretese e immersi nel lusso inutile.

Tutta roba che paghiamo noi azionisti.


Immagino che siate d'accordo anche voi e,
forse, vi vengono in mente molti casi di
manager 'dracula', magari quelli di Lehman
Brothers che incassavano decine di milioni
mentre facevano correre rischi incredibili
alla banca, rischi culminati con il fallimento.

Scommetto che vi vengono alla memoria
anche molti manager italiani, e non solo industriali
o finanziari.

Io la chiamo "finanza barbara".

Ma non bisogna andare poi troppo lontano per
collegare scarsi risultati e stipendi fantastici.

Leggete qui cosa scriveva a suo tempo il quotidiano "la Stampa":

"C'e' - anzi c'e' ancora - un caso Bernheim all'
ordine del giorno delle Generali. Il consiglio
che si e' riunito mercoledi' per approvare i
risultati del primo trimestre e decidere con
tre astenuti - i compensi del presidente Cesare
Geronzi, si e' infatti incagliato proprio sulla
somma da corrispondere all'ex presidente francese,
ormai presidente onorario.

Bernheim dovrebbe avere un vitalizio di 1,5 milioni
di euro annui, che in caso di sua scomparsa e'
reversibile - per il 60%, ossia per circa un milione
- a sua moglie. Questo, almeno, prevede una polizza
che fu approvata nel 1999, quando il finanziere fu
costretto a lasciare il vertice della compagnia triestina.

Il trattamento fu approvato all'epoca da una delibera
del cda. Nel 2002 Bernheim rientro' al vertice del Leone
e il vitalizio fu sostituito dalla retribuzione.

Mercoledì e' stata avanzata la proposta di ripristinare
il vitalizio del 1999, ma - su proposta del vicepresidente
Vincent Bollore' - si e' deciso di effettuare ulteriori
approfondimenti per capire quali siano le obbligazioni
della compagnia nei confronti di Bernheim.

Se infatti la decisione presa nel '99 non fosse piu'
valida, allora si andrebbe verso una nuova delibera
che dovrebbe comunque garantire al presidente onorario
gli 1,5 milioni annui. Se invece secondo i legali che
verranno interpellati la delibera originaria fosse
ancora in vigore, allora Bernheim potrebbe in teoria
chiedere - finora non lo ha fatto - anche una buonuscita.

In questo modo, dunque, il presidente onorario potrebbe
assommare altri compensi al vitalizio non da fame -
4.100 euro lordi il giorno, domeniche e festivi compresi
- e ai benefit gia' decisi dal cda. Tra questi il
mantenimento dell'ufficio a Parigi e di una casa a Venezia,
per la quale paga un affitto di 40 mila euro annui,
piu' un motoscafo a disposizione in Laguna.

Comprensibile, dunque, come finora il riserbo misto
forse a qualche imbarazzo - regni sovrano nel cda Generali.

Nemmeno su Geronzi, del resto, tutto e' filato liscio.

In un'ora circa di discussione in cda - assente per
evidenti motivi proprio il presidente - si e' discusso
approfonditamente sia del pacchetto retributivo,
che ammonta a poco meno di 3,3 milioni annui tra emolumenti
e gettoni di presenza, ossia la stessa cifra che Geronzi
prendeva come presidente di Mediobanca, sia di certi
benefit ad esempio l'utilizzo di un jet privato per
spostarsi tra Roma, Milano e Trieste - che ad alcuni
consiglieri apparivano eccessivi.

Alla fine, comunque, Geronzi, per parafrasare Naomi
Campbell non «fly commercial», non utilizzera' voli
di linea. Il voto sugli emolumenti, pero, non e' stato
all'unanimita' e a dissociarsi non sono stati solo
consiglieri di minoranza. Due degli eletti nella lista
presentata da Assogestioni, e votata anche dal fondo
pensioni di Bankitalia si sono astenuti. Astenuto
anche Angelo Miglietta, segretario generale della
Fondazione Crt eletto nella lista Mediobanca, perche'
la retribuzione eccede quanto prevedono le linee
guida delle fondazioni."

C'e' proprio bisogno di un mio commento?
Invece di un'opinione avrete un fatto, e un'immagine.

Il fatto e' questo: Generali, negli ultimi 5 anni,
e' scesa da circa 35 euro a meno di 13.

E l'immagine e' quella del grafico del titolo Generali
alla Borsa di Milano: dell'ultimo lustro.

Si commenta da solo:
http://it.finance.yahoo.com/echarts?s=G.MI#chart1
:symbol=g.mi;range=5y;indicator=volume;charttype=
line;crosshair=on;ohlcvalues=0;logscale=on;source=undefined



Il pesce puzza sempre dalla testa. Ricordatelo.

Un caro saluto,
Vs. Francesco Carla'


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