di Francesco Carlà

Cosa possiamo fare per l'Italia?

del 14/11/2011
di Francesco Carlà
Si apre una settimana storica che potrebbe
risultare decisiva per il nostro Paese,
per l'Euro e per l'Europa tutta.

Il resto del mondo sta a guardare con
un misto di paura e speranza.

Al centro della scena c'e' proprio l'Italia,
con i suoi ritardi, i suoi privilegi, il suo
immobilismo gattopardesco.

Prenderemo il treno dei cambiamenti appena
in tempo anche questa volta?

Qui a Finanza World abbiamo scandito le tappe
di questa lunga Crisi epocale. Vorrei riassumerle
per i Fwiani lettori di Affari nostri.

Gli abbonati Premium hanno seguito tutto
in tempo reale, come sempre sotto forma
di Strategie e Alert per la nostra Maratona.

Dal 1999 e, incessantemente dalla Crisi dei
Subprimes del 2008, abbiamo detto e scritto
tantissime volte, ostinatamente,tre cose chiare,
semplici e precise:

1: State lontanissimi da qualsiasi tipo
di Derivati finanziari;
2: Non pensate che i titoli di Stato siano
necessariamente sicuri e buoni investimenti;
3: State lontani dai titoli azionari e
obbligazionari delle banche.

Poi, l'estate passata, quando gia' evidenti
erano i segnali del contagio italiano, ho
sommessamente suggerito cosa poteva fermare
i Mercati e risparmiare all'Italia decine di
miliardi in maggiori oneri finanziari.

"Lo Stato deve mollare la Presa sull'Economia.

O i Mercati continueranno, Giustamente dal
loro punto di vista e forse perfino dal nostro,
a Picchiare DURO.

Rieccovi la mia RICETTA:

L’Italia riparte SOLO se ai Mercati e agli
Imprenditori si da' una Riforma Vera dei Costi Statali
e con il Ricavato si Finanzia una Riforma Fiscale
con due aliquote: 10 e 25% tutto incluso.

Ai nostri piccoli e medi imprenditori non
si puo’ continuare a chiedere di scegliere
tra sommerso o chiusura. Se non si liberano
i nostri Animal Spirits la bancarotta e’ certa."

Poi, alla fine di settembre, ho provato
a suggerire le regole che i Mercati invocano
anche per l'Azienda Italia, di fronte all'immobilismo
e alla sottovalutazione politica:

"Se un'azienda subisce un ciclo molto negativo,
s'indebita troppo, vede calare i mercati,
colleziona perdite invece che profitti,
di solito a Wall Street succedono, nell'ordine,
le seguenti cose:

La prima: si cambia il management. Nessun
turn around puo' essere preso sul serio dagli
investitori se e' gestito dagli stessi dirigentiche
hanno creato la crisi.

La seconda: si mette mano ai costi improduttivi.
Un bravo management di turn around si stringe
attorno al core business, alle zone positive
dell'azienda e taglia i costi superflui.

La terza: si investe nel business che rende,
nei ricavi che portano profitti e migliorano
la qualita' del marchio, si usano i vantaggi
aziendali e si lasciano perdere i business
che non funzionano.

La quarta: si fanno comunicazioni (poche)
precise e chiare. E si rispettano al millimetro
le promesse. I mercati hanno memoria da elefante
e zampe da lepre.

In questi lunghissimi Mesi Non hanno fatto
nulla di tutto questo.

E i Mercati sono passati alla Cassa."

Poi le ultime vicende che tutti conosciamo:
Spread alle stelle, rendimenti dei titoli pure,
Berlusconi dimissionario, operazioni per un
nuovoGoverno tecno-politico, Mercati in subbuglio.

Adesso cosa succedera'?

Il nostro Paese ha bisogno di 5 cose indispensabili:
1 Fare presto: i Mercati non hanno pazienza;
2 Fare bene: non e' piu' possibile "sbagliare" 
le misure ne' bluffare oltre;
3 Fare per la crescita: deprimere i nostri piccoli 
e medi imprenditori e i loro residui, generosi, 
Animal spirits, sarebbe disastroso;
4 Fare per i risparmi: distinguere le spese  
improduttive e inutili (quando non dannose) 
da quelle fondamentali per il Sistema Italia;
5 Fare contro il privilegio di casta e la concorrenza 
sleale, dovunque si annidi e comunque si manifesti.

E' un'occasione storica e decisiva, tutti possiamo
fare qualcosa per non sprecarla.

Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'


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