di Francesco Carlà

Le lezioni di Saipem

del 4/02/2013
di Francesco Carlà
Qualche giorno fa Saipem, la societa' energetica
italiana controllata dall'Eni, ha subito un
calo in Borsa del 34% dopo l'annuncio di una
drastica riduzione degli utili operativi (-50%).

La cosa non ha minimamente riguardato i
Fwiani Premium che, al contrario, si sono
ritrovati con due degli unici tre titoli in verde
dell'indice FTSE MIB quel giorno in Borsa.

Il primo e il secondo, tra l'altro. Tutti e due
nel pfolio Premium di "In Borsa in Italia"
che noi chiamiamo IBIII e che, dal gennaio
2006 data di inizio del sta facendo
il +60% di profitto, mentre l'indice di Piazza
Affari, il FTSE MIB appunto, perde nello stesso
periodo di tempo il -53%.


Ma torniamo alle lezioni che arrivano dal
caso dell'azienda controllata da ENI.

Saipem non e' la classica piccola societa'
esposta ai venti della speculazione, per via
dei bassi volumi di scambio.

Qui stiamo parlando di un gigante che fattura
quasi 13 miliardi di euro, e ne guadagnava circa
uno e mezzo prima delle imposte.

Un gigante dell'energia presente in moltissimi
fondi d'investimento, in Italia e all'estero,
un titolo che nella Borsa di Milano scambiava
mediamente due milioni e mezzo di azioni al giorno,
con una forbice di prezzo, nell'ultimo anno,
tra i quasi 19 e i 40 euro al pezzo.

Nel 'giorno del giudizio', cioe' mercoledi'
30 gennaio, Saipem ha movimentato oltre
45 milioni di azioni.


Tutti questi numeri per dire sostanzialmente
tre cose:

La prima: come gia' stiamo vedendo da mesi
con le vicende del Monte dei Paschi di Siena,
illudersi di poter mettere la polvere sotto
il tappeto in eterno quando si e' quotati in
Borsa, e quindi si ha a che fare con i mercati
Finanziari globali, e' pura follia.

La seconda: piu' tardi si dice la verita'
ai mercati, piu' grande diventa la reazione
dei medesimi. E il danno si sposta dal breve
al medio e lungo termine. Come si
dice a Wall Street: "Le Borse hanno zampe di
lepre e memoria da elefante".

La terza: la frequenza con la quale stiamo
assistendo a vicende simili, in proporzione
all'asfittico mercato di Borsa italiano,
e' cosi' allarmante da essere facilmente
messa in relazione con le nostre regole opache,
e poco stringenti, sui bilanci e sui documenti
finanziari delle societa' quotate.

Una considerazione finale: i mercati globali,
momentaneamente imbrigliati sul versante dell'
euro, hanno intenzione di agire sul versante
della Borsa dove sono quotate banche
ed aziende pubbliche italiane che hanno un
ruolo non piccolo (dividendi e valore) sul
debito pubblico del nostro Paese.

Tutte cose di cui anche il piccolo investitore
dovrebbe imparare a tenere conto.

Tutte cose di cui i Fwiani Premium sanno come
tenere debito conto per trasformarle in investimenti
di successo.


Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'


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