di Francesco Carlà

Perche' Buffett compra giornali?

dell' 11/03/2013
di Francesco Carlà
I giornali non se la passano bene
e stentano parecchio nella transizione
al digitale.

Lo scenario e' comune una volta tanto
a tutto l'Occidente: Italia, Europa,
Stati Uniti dove anzi la crisi della
carta stampata e' cominciata prima, ed
e' culminata nella chiusura di quotidiani
e periodici anche molto noti come Newsweek.


Ma c'e' un'eccezione piuttosto vistosa
che puo' indicare una via strategica
a tutti gli editori preoccupati:
Warren Buffett, uno degli uomini piu'
ricchi del mondo, sta investendo pesantemente
proprio nei giornali.

Negli ultimi 15 mesi ha comprato 28
quotidiani locali, spendendo 265 milioni
di euro ed ha annunciato di essere
interessato a comprare ancora.

Del resto da decenni e' uno dei maggiori azionisti
del Washington Post e di Usa Today, ma ha
rifiutato di recente di investire nella
catena del Chicago Tribune che comprende
anche il Los Angeles Times.


Cosa vede l'ottuagenario finanziere
americano nel business dei giornali
che nessun altro vede?

Secondo lui la crisi continuera' a mordere
ed offre un dato: i ricavi da annunci economici,
colonna portante dei bilanci editoriali,
sono calati del 90% negli ultimi 12 anni.

Ma i giornali continueranno a dominare nella
ricerca e distribuzione delle notizie locali,
specialmente nelle piccole comunita'.

A patto di smetterla con una tattica folle
come quella degli ultimi 10 anni: regalare news
fresche su Internet mentre si cerca di
venderle, vecchie, il giorno dopo nelle edicole.

Ed indica un modello, quello dell’Arkansas Democrat-
Gazette di Walter Hussman. Il suo modello digitale
a pagamento, adottato gia' nel 2002, ha coinciso con
un calo quasi inesistente nelle vendite del giornale
quotidiano di carta.

Anche Buffett ha deciso di seguire la stessa
tattica. Risultato: i giornali hanno tenuto bene
nel 2012 con ricavi immutati rispetto ad un
anno prima, entrando nei top 50 in Usa.

Per questo i suoi 6 quotidiani sono diventati
34 e c'e' voglia di investire ancora purche'
siano sempre presenti due condizioni: giornali
di piccole e medie comunita' offerti ad
un prezzo che sconti le difficolta' della crisi.

Uno scenario che anche gli investitori
italiani possono seguire, con cautela,
per cavalcare un'eventuale rimonta delle
azioni di giornali e gruppi editoriali,
molto maltrattate in questi ultimi anni.

Anche se ci sono in giro investimenti assai
piu' sicuri e produttivi come quelli dei nostri
Premium.

La passione per i giornali puo' attendere.


Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'


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