di Francesco Carlà

Tre brutti errori finanziari e come risolverli

del 27/05/2013
di Francesco Carlà

Vi scrivevo questa newslettera giusto un
paio d'anni fa. Un nuovo Fwiano chiedeva
il mio aiuto a proposito di disavventure
finanziarie passate.

Una cosa che succede spesso: sono sempre
molte le persone che arrivano a FinanzaWorld
come se fosse un pronto soccorso.

Penso che vi faccia comodo leggerla di nuovo
anche perche' ho aggiunto alcune considerazioni
che forse possono interessarvi.

In particolare il terzo punto (errore numero 3)
della lettera e' particolarmente istruttivo anche
e proprio alla luce di questi due anni che sono
passati e che ci dicono com'e' andata: i titoli
bancari hanno continuato a perdere rovinosamente.

Buona lettura.


"Ho ricevuto una lettera molto interessante.

Mi scrive Angelo M. per mettermi a parte
di un tormento che, lo dice lui, gli fa perdere
il sonno. Si tratta di una missiva molto lunga
e quindi la riassumo un po' di seguito.


-Angelo M.
"Ho fatto tre errori nella mia vita finanziaria.
Uno di seguito all'altro. E ho solo 35 anni.

Mi dico spesso che tutti possono sbagliare e che
ci deve pur essere un modo per uscire da questa
situazione che mi angustia.

Ecco gli errori:

Il primo: Ho dato retta ai consigli di un "esperto"
             finanziario che, a giudicare da risultati,
             non aveva affatto esperienza. Non pensavo
             che un singolo consiglio sbagliato, anche se
             reiterato nel tempo (circa un anno) potesse
             produrre tanti danni al mio portafoglio.

-Carla': Fare un errore succede a tutti. Buffett ha fatto
un errore gigantesco, lo dice lui e lo penso anche io,
quando prima ha comprato una vecchia industria tessile,
Berkshire Hathaway, e poi si e' incaponito per anni
a cercare di ristrutturarla.
Alla fine ha dovuto chiuderla. Il punto quindi non e'
l'errore. Il punto e' il Metodo, i filtri mentali che ti aiutano
a minimizzarne l'impatto. Che a volte, come nel caso
del nostro new Fwiano, puo' essere devastante.

Il secondo: Ecco il consiglio sbagliatissimo: ho ereditato
                 un grosso portafoglio azionario da mio padre.
                 Sto parlando di una somma con molti zeri. La
                 maggior parte di queste azioni erano e sono
                 titoli bancari e altre azioni dell'indice della Borsa
                 di Milano. Quando sono cominciati i guai,
                 nell'autunno del 2008, e i miei titoli hanno
                 cominciato a scendere, ho chiesto consiglio a
                 questo "esperto" sul da farsi. Il suo consiglio
                 e' stato netto: tenere tutto senza fare nulla.
                 Tanto si trattava di titoli tranquilli che pagavano
                 dividendi. Sarebbero risaliti molto presto e senza
                 problemi di ansia.

-Carla': Il punto e' infatti evidente: Angelo ha pensato che
potesse gestire la sua situazione delegando tutte le responsabilita'
e le 'fatiche' ad un terzo. Un "esperto" che lui non poteva capire
se fosse davvero tale.

Il terzo: Non sono affatto risaliti. Anzi hanno continuato a
            scendere. Quasi meta' del mio pfolio azionario,
            due anni, dopo, se n'e' andato. E molto spesso
            non hanno pagatonemmeno i dividendi. Il risultato
            e' che adesso, elaborato il lutto della perdita e dei
            miei errori che ho elencato, non so cosa fare. Vendo
            e monetizzo la perdita? Tengo e spero che risalga
            il portafoglio (ma se poi continuano a calare?)? Esiste
            una terza possibilita'?

-Carla': La terza possibilita' e' capire quello che stai facendo.
Capire il valore reale delle aziende di cui possiedi le azioni.


-Francesco Carla'
Angelo ha subito una ferita grave.

Qui non si tratta soltanto di soldi. Il problema e',
come succede spesso in faccende finanziarie, anche
psicologico.

Provate a leggere la sua lettera (e le sue domande) cosi':

1 Mio papa' mi ha lasciato custode di una grande fortuna;
2 Io mi sono fidato di uno che non aveva esperienza;
3 Il risultato e' che adesso il mio patrimonio e' ridotto alla meta';
4 L'unica cosa che desidero e' farlo tornare al punto di partenza.

Ragionare cosi', molto probabilmente, porterebbe ad ulteriori
perdite sul capitale iniziale.

Quindi, prima di tutto, scordarsi del capitale iniziale
se si vuole davvero iniziare una nuova strada. Il capitale
attuale e' il nostro capitale. Stop.

Secondo passaggio: il nostro patrimonio puo' essere visto in
due modi.

Il primo: le azioni che abbiamo al momento in pfolio e il loro
             valore facciale attuale.

Il secondo: i business che le azioni rappresentano, la qualita'
                 di questi business, i fondamentali economici
                 e finanziari.

Nel primo caso abbiamo un capitale che e' dato dal valore
attuale delle azioni. Ma non sappiamo nient'altro. Pessima
situazione per un azionista.

Nel secondo caso abbiamo un patrimonio che e' dato dal
valore delle nostre azioni a cui aggiungiamo la conoscenza
dei business sottostanti.

Nessuno dovrebbe detenere azioni se non rientra nel secondo caso.


Credo che sia molto chiaro, allora, cosa dovrebbe fare
Angelo M. (e tutti quelli che si trovano in situazioni
analoghe) per uscire da questa scomodissima condizione:

Primo: riconoscere il proprio capitale attuale dopo l'errore grave;
Secondo: riconoscere il profilo giusto di un investitore azionario.

Per ottenere il primo risultato bisogna guardare in faccia
la realta' e scacciare ogni idea di impossibili e perdenti
scorciatoie.

Per ottenere il secondo risultato bisogna usare i 5 Principi
della Finanza Democratica:

1 Nessuno sa, e puo', curare il nostro denaro meglio di noi;

2 Imparare ad investire e' molto semplice e non serve
essere laureati in economia e scienze finanziarie.
Basta essere correttamente informati da chi e'
Strutturalmente Indipendente(*) e non deve vendervi
nessun tipo di prodotti finanziari. Basta saper
fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni,
divisioni, percentuali, e medie;

3 Grazie ad Internet, e' facile e costa molto poco
investire da soli e senza intermediari. E' sufficiente
aprire un conto bancario on line e le commissioni
sono basse e alla portata di tutti gli investitori.

4 Investite solo in quello che capite e conoscete.

5 Non fidatevi di nessuno che vi proponga cose
in contrasto con i punti 1, 2, 3 e 4.

(*) Strutturalmente Indipendente e' SOLO
chi guadagna se guadagnate voi. Non chi guadagna
anche quando voi perdete.


Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'


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produrre tanti danni al mio portafoglio.




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