Alla larga dal Trading politico
del 7/10/2013
di Francesco Carlà
di Francesco Carlà
Una delle tentazioni piu' pericolose
per il risparmiatore e' il trading politico.
Di che si tratta e' presto detto: mettete
la situazione che si era venuta a creare
qualche giorno fa con il tentativo di far
cadere il Governo Letta e la relativa fibrillazione
al Senato della Repubblica.
Il voto di fiducia rappresentava una condizione
sicura di incertezza, il classico ambiente naturale
della scommessa, il contrario dell'investimento intelligente.
E le partite potevano essere parecchie.
La prima: se Berlusconi vince o perde quanto
vanno su (o giu') le sue aziende quotate in Borsa?
La seconda: se Letta tiene o invece arriva la crisi
di Governo, cosa succede allo spread e all'euro?
La terza: i titoli bancari quanto possono perdere
per via della rinnovata incertezza del quadro
politico cosi' importante per gli istituti di credito?
La quarta: che succede ai titoli di Stato se si
finisce alle elezioni anticipate un’altra volta?
Potrei continuare ancora perche' nello scenario
globale della finanza, l'Italia e' oggi in grado
di mutare il corso perfino della moneta malese
o indonesiana, cosa successa sul serio di recente.
Oltretutto immagino che la questione sia gia' chiara:
il trading politico, come qualsiasi tipo di trading
a breve e brevissimo termine, non e' roba per investitori
intelligenti.
Anche se oggi internet rende questo genere di
operazioni alla portata di tutti con un
touch sullo schermo dello smartphone, la realta'
non cambia per nulla.
Il trading politico va chiamato con il suo rispettabile,
ma molto rischioso nome: speculazione pericolosa.
Ed evitato accuratamente.
Ps. Volete diventare Testimonial di Finanza World e diffondere
la Finanza Democratica tra i vostri amici e conoscenti?
Stiamo preparando una novita' che puo' coinvolgervi tutti:
il "Club della Finanza Democratica".
Se volete avere tutte le informazioni, scoprire come
diventare Testimonial e tutti i vantaggi a voi riservati,
scrivetemi subito a: f.carla@finanzaworld.it
Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'
per il risparmiatore e' il trading politico.
Di che si tratta e' presto detto: mettete
la situazione che si era venuta a creare
qualche giorno fa con il tentativo di far
cadere il Governo Letta e la relativa fibrillazione
al Senato della Repubblica.
Il voto di fiducia rappresentava una condizione
sicura di incertezza, il classico ambiente naturale
della scommessa, il contrario dell'investimento intelligente.
E le partite potevano essere parecchie.
La prima: se Berlusconi vince o perde quanto
vanno su (o giu') le sue aziende quotate in Borsa?
La seconda: se Letta tiene o invece arriva la crisi
di Governo, cosa succede allo spread e all'euro?
La terza: i titoli bancari quanto possono perdere
per via della rinnovata incertezza del quadro
politico cosi' importante per gli istituti di credito?
La quarta: che succede ai titoli di Stato se si
finisce alle elezioni anticipate un’altra volta?
Potrei continuare ancora perche' nello scenario
globale della finanza, l'Italia e' oggi in grado
di mutare il corso perfino della moneta malese
o indonesiana, cosa successa sul serio di recente.
Oltretutto immagino che la questione sia gia' chiara:
il trading politico, come qualsiasi tipo di trading
a breve e brevissimo termine, non e' roba per investitori
intelligenti.
Anche se oggi internet rende questo genere di
operazioni alla portata di tutti con un
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non cambia per nulla.
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Vs. Francesco Carla'
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