di Francesco Carlà

Tre brutti errori che diventano peggiori

del 14/07/2014
di Francesco Carlà
Il 17/01/2011 avevo ricevuto una lettera molto interessante.

Mi scriveva Angelo M. per mettermi a parte
di un tormento che, lo diceva lui, gli faceva perdere
il sonno. Angelo aveva fatto tre errori molto gravi.
Gravi ma molto comuni ai non Fwiani.

E alla fine rispondevo.

Quattro anni e mezzo dopo Angelo che era diventato
un Fwiano ha recuperato ampiamente le sue perdite
e ha trovato la sua dimensione di Investitore Intelligente.

Gli altri, quelli che non hanno capito di che vera natura
fossero i loro errori, hanno continuato a perdere soldi,
molti soldi. In qualche caso anche tutti i loro soldi.

Ecco perche' vi ripropongo spesso Affari nostri del
passato. Per darvi la possibilita' di vedere cosa succede
nel tempo.

Buona lettura.


-Angelo M.
"Ho fatto tre errori nella mia vita finanziaria.
Uno di seguito all'altro. E ho solo 35 anni.

Mi dico spesso che tutti possono sbagliare e che
ci deve pur essere un modo per uscire da questa
situazione che mi angustia.

Ecco gli errori:

Il primo: Ho dato retta ai consigli di un "esperto"
      finanziario che, a giudicare dai risultati,
      non aveva affatto esperienza.
      Non pensavo che un singolo consiglio
      sbagliato, anche se reiterato nel tempo
      (circa un anno) potesse produrre tanti
      danni al mio portafoglio.

Il secondo: Ecco il consiglio sbagliatissimo: ho
        ereditato un grosso portafoglio azionario
        da mio padre. Sto parlando di una somma
        con molti zeri. La maggior parte di queste
        azioni erano e sono titoli bancari e altre
        azioni dell'indice della Borsa di Milano.
        Quando sono cominciati i guai, nell'autunno
        del 2008, e i miei titoli hanno cominciato
        a scendere, ho chiesto consiglio a questo
        "esperto" sul da farsi. Il suo consiglio e'
        stato netto: tenere tutto senza fare nulla.
        Tanto si trattava di titoli tranquilli che
        pagavano dividendi. Sarebbero risaliti
        molto presto e senza problemi di ansia.

Il terzo: Non sono affatto risaliti. Anzi hanno
      continuato a scendere. Quasi meta' del
      mio pfolio azionario, due anni, dopo, se
      n'e' andato. E molto spesso non hanno
      pagato nemmeno i dividendi. Il risultato
      e' che adesso, elaborato il lutto della
      perdita e dei miei errori che ho elencato,
      non so cosa fare. Vendo e monetizzo la
      perdita? Tengo e spero che risalga il
      portafoglio (ma se poi continuano a calare?)?
      Esiste una terza possibilita'?


-Francesco Carla'
Angelo aveva subito una ferita grave.

Qui non si trattava soltanto di soldi. Il problema era,
come succede spesso in faccende finanziarie, anche e
soprattutto psicologico.

Provate a leggere la sua lettera (e le sue domande) cosi':

1 Mio papa' mi ha lasciato custode di una grande fortuna;
2 Io mi sono fidato di uno che non aveva esperienza;
3 Il risultato e' che adesso il mio patrimonio e' ridotto alla meta';
4 L'unica cosa che desidero e' farlo tornare al punto di partenza.

Ragionare cosi', molto probabilmente, porterebbe
ad ulteriori perdite sul capitale iniziale.

Quindi, prima di tutto, scordarsi del capitale iniziale
se si vuole davvero iniziare una nuova strada. Il capitale
attuale e' il nostro capitale. Stop.

Secondo passaggio: il nostro patrimonio puo' essere
visto in due modi.

Il primo: le azioni che abbiamo al momento in pfolio
e il loro valore facciale attuale.

Il secondo: i business che le azioni rappresentano, la
qualita' di questi business, i fondamentali
economici e finanziari.

Nel primo caso abbiamo un capitale che e' dato dal prezzo
attuale delle azioni. Ma non sappiamo nient'altro. Pessima
situazione per un azionista.

Nel secondo caso abbiamo un patrimonio che e' dato dal
valore delle nostre azioni a cui aggiungiamo la
conoscenza dei business sottostanti.

Nessuno dovrebbe detenere azioni se non rientra
nel secondo caso.

Credo che sia molto chiaro, allora, cosa dovrebbe fare
Angelo M. (e tutti quelli che si trovano in situazioni
analoghe) per uscire da questa scomodissima condizione:

Primo: riconoscere il proprio capitale attuale dopo
l'errore grave;
Secondo: riconoscere il profilo giusto di un investitore
azionario.

Per ottenere il primo risultato bisogna guardare in
faccia la realta' e scacciare ogni idea di impossibili
e perdenti scorciatoie.

Per ottenere il secondo risultato bisogna usare i 5 Principi
della Finanza Democratica:

1 Nessuno sa, e puo', curare il nostro denaro meglio di noi;

2 Imparare ad investire e' molto semplice e non serve
essere laureati in economia e scienze finanziarie.
Basta essere correttamente informati da chi e'
Strutturalmente Indipendente(*) e non deve vendervi
nessun tipo di prodotti finanziari. Basta saper
fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni,
divisioni, percentuali, e medie;

3 Grazie ad Internet, e' facile e costa molto poco
investire da soli e senza intermediari. E' sufficiente
aprire un conto bancario on line e le commissioni
sono basse e alla portata di tutti gli investitori.

4 Investite solo in quello che capite e conoscete.

5 Non fidatevi di nessuno che vi proponga cose
in contrasto con i punti 1, 2, 3 e 4.

(*) Strutturalmente Indipendente e' SOLO
chi guadagna se guadagnate voi. Non chi guadagna
anche quando voi perdete.

Per questo ho creato 'Comincia ad investire con Carla' ',
per dare
a tutti la possibilita' di diventare investitori
consapevoli ed intelligenti.


Potete raggiungermi subito cliccando qui.

Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carla'




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