di Francesco Carlà

Siete pronti per il Dataism?

del 12/09/2016
di Francesco Carlà

Qualche giorno fa ho comprato il Financial Times
come mi capita spesso. Nel Magazine del weekend
(copertina gialla) c'era un'enorme scritta nera:

DATA: our new religion.

Un lungo articolo di uno storico israeliano di
cui vi ho già parlato a giugno in Affari nostri:
Yuval Noah Harari:

https://www.finanzaworld.it/blog/investitore-sapiens

Come si potrebbe chiamare questa nuova religione
tecnologica basata sui Big Data? Dataism dice lui,
il che suona una via di mezzo tra Dada e Taoism.

E' un nome invitante ed inquietante. Ma è davvero
una nuova religione?


L'articolo è molto buono e ho scovato anche la
versione digitale, dopo averlo letto appunto
sulla carta:

http://www.ft.com/cms/s/2/50bb4830-6a4c-11e6-ae5b-a7cc5dd5a28c.html

L'idea è semplice e i miei lettori affezionati forse
riconosceranno (anche) alcune intuizioni atterrate nei
libri 'Simulmondo' (2001), 'Italia-Google' (2006):

1 Siamo tutti produttori di dati, di roba digitale
  che cerchiamo, produciamo, condividiamo, memorizziamo ...

2 Google e altri ci hanno offerto piattaforme per
  fare, con le informazioni e i dati, quello che le
  calcolatrici e i computers ci hanno aiutato a fare
  con i numeri e i calcoli ...

3 Google, e molti altri, ci offriranno piattaforme per
  organizzare e rendere algoritmici i nostri e gli
  altrui dati, per rispondere a tante domande
  del tipo: "Cosa mi conviene fare?, Chi dovrei sposare?
  Che malattia potrei avere? Su che azioni investire? ..."

Harari ci ricorda l'esempio di Angelina Jolie: si
è sottoposta ad una doppia mastectomia sapendo che la
pericolosa mutazione del suo gene BRCA1 le dava una
probabilità dell'87% di sviluppare il cancro al seno.


Dati e algoritmi sono il nuovo dio tecnologico
a cui inviare i nostri dubbi e le nostre paure
più segrete in forma di domande che ci assillano?

Può darsi, naturalmente con le solite avvertenze:

1 Bisogna saper fare bene le domande;
2 Bisogna sapere quando fare le domande;
3 Bisogna sapere decidere bene in base alle risposte ...

Etc etc ...

E bisogna saper scegliere bene il dio algoritmico
a cui fare le domande: potrebbe essere quello sbagliato.


Avete memorizzato una delle domande? "Su che azioni investire?"

E' il mestiere che fa il mio Frullatore.
L'ho creato alcuni anni fa e continuo a
migliorarlo con due o tre idee in testa:

1 Aiutarmi a fare meno fatica (le azioni sono tante);
2 Ricordarsi le cose che mi annoia ricordare (e combinare);
3 Un giorno sostituirmi quando sarà abbastanza bravo ...

... E quando io sarò morto.

Prima nessun Frullatore potrà fare a meno di me perchè
io conosco molto bene i miei limiti.

E lui no. -ò-


Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it


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