di Francesco Carlà

La "favola" dei ricchi e dei poveri

del 6/03/2017
di Francesco Carlà

Come forse già sapete, è uscito il mio
nuovo libro/corso: "Comincia ad Investire
con Carlà".

Contiene tutto quello che ho capito,
studiato, imparato e praticato in 30
anni da investitore.

Molti di voi l'hanno già comprato e non
solo per se stessi, ma anche per amici
e parenti, per le persone care a cui vogliono
evitare un futuro di problemi finanziari.

Mentre lavoravo alle ultime rifiniture,
mi è tornata in mente la storia del mio
caro amico, Antonio Liuzzi, commerciante di
biancheria da alcune generazioni, aabbonatico
genio del risparmio.

E' stato lui a raccontarmi la 'favola' dei
ricchi e dei poveri. Vado a cominciare.


C'erano una volta gli anni '50, e poi
gli anni '60, in Italia in una piccola
citta' di centomila abitanti.

Alcune famiglie controllavano il fiorentissimo
mercato dei corredi. Dovete sapere che, a quel
tempo, ogni giovane donna e perfino ogni bambina
DOVEVA avere un corredo se non voleva sfigurare.

Senza corredo non si sposava e i genitori
erano praticamente costretti a sacrifici
per riempire l'armadio delle figlie.

Se ci mettete poi che in Italia si facevano
tanti figli (e figlie), il business sarebbe
piaciuto parecchio anche a Warren Buffett.


Quindi si vendevano moltissimi corredi e i
bauli erano pieni di bellissime tovaglie
ricamate, coperte, lenzuola, copriletti etc etc.

Un corredo completo, e adeguato, costava anche
milioni di lire, perciò, rivalutando, migliaia
e decine di migliaia di euro di oggi.

I migliori negozianti di corredi, tra cui la
famiglia del mio amico, fiorivano e prosperavano;
le casse si riempivano di soldi e sembrava che
un business così esplosivo non dovesse cambiare mai.

Ma qui viene il bello: la famiglia di Antonio
cominciò ad investire non solo in merce
per i negozi, ma anche in ... negozi.

(Guadagnavano, Risparmiavano e, soprattutto Investivano).

Cominciarono lentamente a comprare locali
commerciali nelle zone migliori, quando ancora
i prezzi erano abbordabili, e ad affittarli.

La regola di famiglia era semplice e vi
ricorderà qualcosa che avete letto su Fw:

"Se guadagni, al netto, 100, 50 te lo puoi
spendere, ma non di più. Il resto risparmialo
e, appena ha senso, investilo."

Furono gli unici, o quasi, ad applicare
questa regola. I concorrenti, alcuni
anche piu' grandi, spesero molto di più
e investirono molto di meno, convinti che
il business sarebbe durato in eterno.

Ma vennero gli anni '70 e i decenni seguenti.

Le tradizioni cambiarono, le ragazzine e
le giovani donne tirarono un calcio al
baule del corredo e optarono per asciugamani
e piumini comprati al bisogno. I ricami
e i pizzi diventarono una questione di
nicchia e i prezzi scesero per via della Cina.

I commercianti che avevano speso e non
avevano investito, fallirono uno dopo l'
altro e finirono a fare i commessi da Zara.

Quando furono fortunati.

Antonio ridimensionò i suoi negozi, ma
la forza della sua liquidita' gli consentì
senza problemi di riconvertirsi.

E, soprattutto, i suoi investimenti di ogni genere,
e i suoi negozi e locali commerciali, esplosero
in valore e adesso sono affittati ai nuovi eroi:
i giganti del fashion e ai franchising di punta.


Ci sono almeno tre morali decisive in questa 'favola'
che è tremendamente Vera e sempre Attuale:

La prima: tutti i business cambiano e bisogna
saper prevedere i cambiamenti con modestia e attenzione;

La seconda: il momento giusto per cominciare a
investire è subito e sempre, Mai rimandare;

La terza: Guadagno, Risparmio e Investimento sono
una Abitudine Trigemina che non va Mai separata.

Se ve ne vengono in mente altre, di 'favole'
edificanti come quella di Antonio scrivetemi a:
f.carla@finanzaworld.it

Intanto date un'occhiata ai capitoli del mio nuovo
libro/corso ...


Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it

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