
Il nemico interiore (parte seconda e fine)
dell' 1/06/2020
di Francesco Carlà
di Francesco Carlà
Qualche tempo fa ho scritto questo articolo sulla psicologia degli investitori.
E' un piccolo saggio su come controllare le paure che divampano, e a volte prendono fuoco, e possono impedirci di portare a termine il nostro lavoro di Investitori Intelligenti.
Vi propongo qui la seconda ed ultima parte.
"I comportamenti più irrazionali, ma assai comuni sono:
1 Il 'panic selling' (vendere in preda al panico);
2 Il 'panic buying' (comprare in preda all'impulso).
Il mercato azionario è l'unico mercato che si conosca dove la maggior parte degli operatori compra quando i prezzi salgono e vende quando i prezzi scendono.
Esattamente il contrario del normale.
Nel periodo che ho chiamato delle Mille bolle blu, dal 1997 ai primi mesi del 2000, i prezzi di moltissime società, in particolare quelle tecnologiche, erano saliti a dismisura in pochi mesi, eppure la psicologia degli investitori era rivolta all'ottimismo irrazionale e all'esuberanza.
Fino all'esplosione delle bolle della primavera 2000.
Nel periodo successivo, tra il 2000 e il 2003, nonostante molti indici fossero scesi del 40% e più, e molte società avessero un valore di borsa a sconto dell'80% rispetto a quello del 2000, nessuno voleva acquistare le azioni di quelle stesse aziende che pochi mesi prima andavano a ruba.
Nemmeno quando i soldi che queste società avevano in cassa erano il doppio del valore di Borsa e il debito era zero. Cioè le azioni di queste aziende erano più che regalate.
Anzi in pratica ti pagavano per comprarle.
Adesso, è il caso di Amazon o, potenzialmente di social networks come Facebook, la valutazione è di nuovo altissima perchè le persone hanno dimenticato le paure del 2000.
Ma come mai sono così comuni il 'panic selling' (vendere in preda al panico) e il 'panic buying' (comprare in preda all'impulso)?
Per due ragioni molto semplici:
1 La maggior parte degli investitori azionari hanno spesso comportamenti psicologicamente gregari e inconsciamente speculativi e da scommettitori.
Cioè fanno quello che fanno gli altri, quindi comprano quando comprano tutti e vendono quando tutti vendono. In più vedono i mercati finanziari come un casinò dove si 'gioca in Borsa' e si specula per arricchirsi in fretta.
2 La maggior parte degli investitori azionari non hanno capacità di valutazione delle società di cui acquistano titoli e non hanno metodi di gestione dei propri portafogli.
Cioè non sanno quanto vale davvero la società di cui possiedono azioni e non hanno un sistema, un metodo che li aiuti, automatizzando certe operazioni, a difendersi dai condizionamenti psicologici che li spingono sempre a comportamenti autolesionistici.
Con danni enormi agli investimenti.
Ecco perchè, in tutti questi anni, ho sempre insistito sulla necessità, per i veri investitori intelligenti, di imparare a valutare le società e di usare sempre un metodo di gestione del portafoglio.
Per sconfiggere definitivamente il nemico interiore e diventare più ricchi psicologicamente. E nel portafoglio.
Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it
E' uscita la nuova edizione (2020) dell'ultimo libro/corso di Francesco Carlà con il suo famoso Metodo Aggiornato!
Potete leggerla subito cliccando qui
E' un piccolo saggio su come controllare le paure che divampano, e a volte prendono fuoco, e possono impedirci di portare a termine il nostro lavoro di Investitori Intelligenti.
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1 Il 'panic selling' (vendere in preda al panico);
2 Il 'panic buying' (comprare in preda all'impulso).
Il mercato azionario è l'unico mercato che si conosca dove la maggior parte degli operatori compra quando i prezzi salgono e vende quando i prezzi scendono.
Esattamente il contrario del normale.
Nel periodo che ho chiamato delle Mille bolle blu, dal 1997 ai primi mesi del 2000, i prezzi di moltissime società, in particolare quelle tecnologiche, erano saliti a dismisura in pochi mesi, eppure la psicologia degli investitori era rivolta all'ottimismo irrazionale e all'esuberanza.
Fino all'esplosione delle bolle della primavera 2000.
Nel periodo successivo, tra il 2000 e il 2003, nonostante molti indici fossero scesi del 40% e più, e molte società avessero un valore di borsa a sconto dell'80% rispetto a quello del 2000, nessuno voleva acquistare le azioni di quelle stesse aziende che pochi mesi prima andavano a ruba.
Nemmeno quando i soldi che queste società avevano in cassa erano il doppio del valore di Borsa e il debito era zero. Cioè le azioni di queste aziende erano più che regalate.
Anzi in pratica ti pagavano per comprarle.
Adesso, è il caso di Amazon o, potenzialmente di social networks come Facebook, la valutazione è di nuovo altissima perchè le persone hanno dimenticato le paure del 2000.
Ma come mai sono così comuni il 'panic selling' (vendere in preda al panico) e il 'panic buying' (comprare in preda all'impulso)?
Per due ragioni molto semplici:
1 La maggior parte degli investitori azionari hanno spesso comportamenti psicologicamente gregari e inconsciamente speculativi e da scommettitori.
Cioè fanno quello che fanno gli altri, quindi comprano quando comprano tutti e vendono quando tutti vendono. In più vedono i mercati finanziari come un casinò dove si 'gioca in Borsa' e si specula per arricchirsi in fretta.
2 La maggior parte degli investitori azionari non hanno capacità di valutazione delle società di cui acquistano titoli e non hanno metodi di gestione dei propri portafogli.
Cioè non sanno quanto vale davvero la società di cui possiedono azioni e non hanno un sistema, un metodo che li aiuti, automatizzando certe operazioni, a difendersi dai condizionamenti psicologici che li spingono sempre a comportamenti autolesionistici.
Con danni enormi agli investimenti.
Ecco perchè, in tutti questi anni, ho sempre insistito sulla necessità, per i veri investitori intelligenti, di imparare a valutare le società e di usare sempre un metodo di gestione del portafoglio.
Per sconfiggere definitivamente il nemico interiore e diventare più ricchi psicologicamente. E nel portafoglio.
Un caro saluto a tutti,
Vs. Francesco Carlà
f.carla@finanzaworld.it
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