di Francesco Carlà

C'è vita su Internet?

dell' 11/10/1999
di Francesco Carlà

Sono sicuro che se chiedessimo ad un panel di esperti che cosa
sia Internet, le risposte sarebbero abbastanza uniformi e in
fondo poco incisive. Quasi tutti ci darebbero informazioni
poco interessanti spiegandoci come sia nata o come funzioni
in senso tecnico. Non che questo non sia importante, ma non è il
vero punto.

Io credo che Internet sia un mondo, anzi, un simulmondo. Un mondo
parellelo, in crescita velocissima, creato all'interno del
nostro vecchio mondo geografico e culturale. Quello che Gibson
chiamò Cyberspace e Lanier Virtual Reality. Gibson ci arrivò per
vie letterarie, Lanier dall'evoluzione tecnologica dei sogni
della freak-generation. Internet ha realizzato i sogni di tutti e
due e anche i miei. E può fare di meglio.

Per vent'anni mi sono occupato di videogames. Ho sempre pensato che
fossero i pionieri di qualcosa di grande e davvero nuovo nella
storia del genere umano. Per evitare ricoveri psichiatrici non
richiesti non ho mai calcato troppo la mano nelle previsioni: ma
certo i videogiochi hanno abituato milioni di persone ad interagire
con uno schermo, hanno creato il mercato e la base di users del
Personal Computer prima e della Rete poi. Ma hanno fatto qualcosa
di più importante e decisivo: hanno spiegato per sempre come
deve essere qualcosa che aspiri ad essere interagito in massa:
ludico, giocoso, divertente, sfidante.

Insomma Internet è un simulmondo e ha molto a che fare con i videogames.
E la Finanza on line è una killer application di Internet perché
è un Adult Game. Per questo da 4 anni mi sono appassionato alla finanza
Internet: è stato facile con il mio background. Non poteva che finire
così. Un passaggio quasi automatico.

Bene, adesso vediamo assieme a che punto è questo simulmondo chiamato
Internet, questa specie di mondo-game che tutti giochiamo-viviamo in
Rete e on line.

Purtroppo l'Italia e l'Europa sono un pò nei guai.
Nel 1492 il mondo era l'Europa occidentale.
Quello che contava culturalmente era in Europa. L'innovazione era qui.

Poi Colombo scoprì l'America ed espanse geograficamente il pianeta.
Nei 500 anni che sono venuti dopo l'America ha fatto molta strada.
Prima ha cacciato gli inglesi e si è presa l'indipendenza. Poi
ha cacciato gli schiavisti e ha dato senso alla sua brillante costituzione
democratica.

In seguito ha vinto la seconda guerra mondiale e ha conquistato
culturalmente la West Europa. Infine ha buttato giù il muro di Berlino
e ha messo mano al resto. Alla fine degli anni sessanta ha provato a
conquistare l'universo, ma sulla Luna non c'era nulla di interessante.
Per questo, quasi nello stesso momento, con le tecnologie digitali ha
creato un mondo virtuale. Non stupisce che adesso ci siano soprattutto
americani su Internet. Ma quanti? Su 142 milioni di abitanti della Rete
alla fine del 1998, il 56% sono made in Usa

Nel 2003 Internet sarà un simulmondo abitato da 550 milioni di umani. Il 40% americani (35) e canadesi (5), il 34% europei occidentali, il 6% giapponesi, 9% Asia-Pacific e il resto del mondo un altro 11%, di cui 3% America Latina. Gli italiani oggi sono al 22% posto. Se il telefono cellulare fosse un mondo saremmo primi. Ma non lo è. La Rete sì. Forse dovremmo fare qualcosa. In fretta.

Tutto questo discorso per dire due cose:

1 Non pensate alla Rete come ad un mix del telefono più il computer perché invece è un mondo;

2 Gli americani sono quelli che hanno capito meglio questa cosa e i Net Stocks sono i primi colonizzatori di questo mondo della Rete. Da qui il loro fascino e le speranze che li circondano.

Ne riparleremo.

Intanto quelli di voi che hanno seguito il mio FW eTailers Index sapranno
già che siamo su più del 15%: in una settimana non c'è male.
Straordinarie le prestazioni di PTVL, uno dei tre siti leaders del viaggio
virtuale. Preview Travel (il vero nome di PTVL) ha accettato di fondersi
con Travelocity (un altro travel site leader della Rete). Da qui il jump
delle nostre azioni cresciute di quasi il 90% in pochi giorni.

Venerdì le azioni di ptvl hanno chiuso in ribasso del 10% a 33 dollari. Molti
hanno fatto quello che si chiama profit taking e hanno venduto. Comprensibile.
Il punto è che probabilmente hanno fatto male, anche se può suonare assurdo
dire che qualcuno abbia sbagliato a portarsi a casa profitti del 100% in due
o tre giorni.

Il fatto nuovo è che Bill Gates in persona, proprietario attraverso Microsoft
di Expedia, non può stare a guardare, senza fare nulla, la fusione tra ptvl e
Travelocity. Messi assieme i due travel sites hanno un numero di clienti doppio
del sito viaggi e turismo di Microsoft. Un altro smacco per William Gates.
Così pare sensata la voce che garantisce un'offerta cash di Microsoft per un
miliardo di dollari in cambio del controllo di ptvl. Gli azionisti di ptvl
sorridono. E forse anche voi.






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