di Francesco Carlà

La IPOmania

del 15/10/1999
di Francesco Carlà

Nei mesi scorsi un fiume di denaro ha allagato Wall Street.
Il ghiacciaio delle tecnologie si è sciolto al calore dell'entusiasmo degli investitori. Entusiasmo condiviso dai cosiddetti underwriters, le società finanziarie più celebri che hanno spinto sul mercato una marea di web companies.

Risultato: tutti contenti. Hanno fatto i soldi i clienti privilegiati degli underwriters, gli unici che sono riusciti ad avere le azioni al vero valore di collocamento; li hanno fatti le centinaia di companies che si sono iscritte al listino (quasi sempre il Nasdaq) e hanno portato a casa un mucchio di dollari; li hanno fatti gli underwriters, sotto forma di pregiate commissioni per i Premium resi.

Possibile che non ci sia nessuno scontento? Strano.

Infatti qualcuno c'è: quelli che hanno comprato le azioni delle IPO troppo in alto, spinti dalla overcomunicazione e dalla festa generale. Non si erano accorti di aver pagato tutto loro. Quasi sempre. Non li avevano invitati alla festa.

La SEC, la Consob di Wall Street, ha capito che doveva fare qualcosa. Il trucchetto stava diventando obsoleto: troppo facile.
Una company con un bel .com e un annetto di attività, un bel business plan e un management di livello, faceva fatica a sbagliare.

Un giro sulla CNN o alla CNBC (i due canali che trasmettono di continuo info finanziarie) per una bella intervista. Un su Business Week o un po' di citazioni sul Wall Street Journal, e il gioco era fatto. Le azioni volavano ed era normale finire la giornata del collocamento con uno strappo del 4/500% rispetto
al valore iniziale. Salvo poi tornare indietro di un 75%, vicino ai valori della Ipo, un paio di settimane dopo.
Visto tante volte.

I rangers della SEC hanno fatto la cosa giusta: hanno bloccato e rinviato la Ipo delle Ipo, Webvan, il sogno (mia moglie è l'unica cosa che spera accada via Internet) della spesa totale, dello shopping via Web. Fustini di detersivo, acqua minerale, roba che pesa e fa venire i nervi, dritta a casa tua. Facile.
Webvan aveva fatto tutto per bene: un management da brivido, capo l'ex Ceo di Arthur Andersen e fondatore Louis Borders, inventore del successo delle librerie omonime. Underwriter Goldman Sachs e venture capitalist Softbank, lo stesso di E.trade e Yahoo!.
Interviste ovunque e i soldi pronti a fluire liberi: tanto ormai il denaro è una commodity, come dicono quelli che ne hanno molto.

E siccome nessuno a Wall Street si vuole mettere contro la SEC, adesso nasce una bella opportunità per gli investitori.
Forzati al silenzio dalle istituzioni, le nuove IPO partiranno più basse, attorno al valore di collocamento.

Ci sarà quindi più tempo anche per gli individui normali, per quelli che non hanno un conto megamiliardario da Goldman Sachs, ma magari sono più informati e sanno distinguere chi vale da chi no.

E si comprano le Ipo giuste al prezzo giusto dai brokers on line che già le vendono, tipo www.eoffering.com

Ps.
In un mare agitato come quello di Wall Street in questo Autumnum bug, il nostro Fw eTailers Index naviga sicuro:
+16% in due settimane e performances come quelle di ptvl +78%, di eggs +47%, di onsl +33%... buon weekend






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