di Francesco Carlà

Lunedì nero (azzurro)

del 18/10/1999
di Francesco Carlà

La storia di Wall Street è piena di venerdì e lunedì di colore scuro. Beh sì insomma: nero. Venerdì scorso ha giusto avuto un colore del genere, così pare fatale che io debba occuparmi di scale cromatiche, oggi.

Nel week end la mia mailbox è stata riempita di mails del tipo: che fare, vendere comprare, tenere, orsi e tori: uno zoo. Ecco come la vedo io.

Il venerdì celebre del 1987 il Dow Jones, l'indice più famoso della terra, se ne volò giù del 19%. Un bel ruzzolo non c'è che dire: IBM, Microsoft, le chips più blu che possiate immaginare sembravano scale mobili: che portavano solo in cantina.

Dodici anni fa nessuno aveva mai sentito parlare di Internet, Greenspan armeggiava già con il monetarismo, l'inflazione era in agguato e i tassi d'interesse salivano.

Ma andate a guardarvi le quotazioni di quelle stesse IBM, Microsoft etc etc e mettiamo che le aveste comprate quel giorno di sangue: il verbo comprare in quei giorni è facile facile perché vendono tutti e tutti vi cercano.
Quel giorno le IBM costavano 35$ e le Microsoft 5. Venerdì scorso erano a 107 e 88 dopo una marea di splits.

Ecco, allora, quello che faccio io quando vedo che i bears e i loro guardiani sono fuori dai recinti e hanno l'aria di scatenarsi: raccolgo tutto il cash che trovo e aspetto di vedere le AOL che sprofondano, le Amazon che atterrano, i migliori net e tech stocks che slavinano. Poi compro.

Il vero terrore è che non crollino abbastanza.






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