di Francesco Carlà

Il Gorilla Game

del 21/09/2000
di Francesco Carlà

Fra poco gli americani si rimetteranno a spendere.

Le prime vittime saranno i tacchini, volatili
(si fa per dire) americani quant'altri mai.
Gli statunitensi se ne sbafano alcuni milioni in un giorno
e non risulta che ne comprino molti su Amazon.

Si fa prima al supermercato sotto casa.

Non si sa se Jeff Bezos sia un fanatico del tacchino.
Forse il suo animale preferito e' il gorilla,
visto che insiste con quello che in America chiamano
il Gorilla Game.

Che roba e' vi state chiedendo?

Ve lo spiego in 5 secondi. Immaginate che qualcuno
abbia un'idea per primo. Per esempio vendere un
sacco di roba su Internet. Mettete che questo
qualcuno sia una delle prime net companies
in grado di quotarsi al Nasdaq e quindi che, anche grazie
alla poca compagnia, questa azienda raccatti un sacco
di soldi dagli investitori e dagli speculatori festanti.
Ponete infine che questa netstock sia guidata da un
ex-trader di Wall Street, insomma uno che ha dimestichezza
con i ‘misteri' della finanza.

State tranquilli che questa azienda si mettera' a fare il
Gorilla Game. Che poi consiste nel travolgere tutto quello
che incontra per la strada, costi quel che costi.
Per diventare grosso come un gorilla e prendere tutto
il territorio. Per sempre.

Il punto e' che il Gorilla Game costa molto. Moltissimo.

Talmente tanto che ormai in parecchi cominciano a stufarsi.
E non parlo solo di analisti e commentatori vari.
Parlo anche di azionisti: il titolo e' sceso a 37 dollari
e la capitalizzazione a 30 mila miliardi in lirette.

Che non sono affatto bruscolini, ma che fino a qualche mese
fa erano anche oltre il doppio. In piu' dovete sapere che
il 23.1% del flottante (cioe' del capitale in giro sul
mercato) e' sottoposto a shortselling. Cioe' la gente
scommette su un ulteriore calo di Amazon. E non parliamo
di due azionette, ma di quasi 29 milioni di shares.

Di questo passo il gorilla rischia di diventare una scimmietta.

Ma torniamo al tacchino e agli americani che stanno
per rimettersi a comprare. Strano popolo questi
statunitensi: quasi il 70 per cento e' a favore di una
barbarie come la pena di morte, ma cominciano
a sentire aria di Natale a partire dal 21 settembre.

E preparano pacchi e pacchetti. Ma e' davvero un pacco anche Amazon?

Quello che ne penso io lo saprete cliccando subito qui:
www.finanzaworld.it/newsdisp.asp?id=2575






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