di Francesco Carlà

I soldi sulla Rete

del 2/11/2000
di Francesco Carlà

Dicevo che il boom delle net-companies ha creato molti settori:

1 Portali, comunita' e media;
2 Trading on line et similia;
3 Advertising e promotion;
4 E.commerce e B2C.

Di recente vi ho scritto dei portali e di Yahoo!, ricordate?
www.finanzaworld.it/newsdisp.asp?id=3668
Oggi vediamo un po' come va per quelli che gestiscono
i nostri soldi nel Simulmondo di Internet: brokers on line,
banche virtuali etc etc.

Il vero boom l'hanno avuto i brokers virtuali come E*Trade
(nasdaq-egrp), ameritrade (nasdaq-amtd), e questi boom
si sono visti, per una volta, anche in Italia con societa' come
Fineco, Directa, Sella.it, Imi WebTrader, WeBank etc etc etc.
Boom di pubblico e di prospettive per uno dei pochissimi
settori del B2C, intermediazione azionaria on line, che
ha subito conquistato tutti.

Ma ragioniamo insieme sulla star dei brokers on line: E*Trade.

Sono quelli che il trading on line l'hanno inventato e quindi
quelli che il mercato tiene d'occhio piu' di tutti.
Non sono i primi, perche' i primi sono due giganti della terraferma,
Schwab e Fidelity. E non sono nemmeno granche' globali: le
barriere all'ingresso delle singole regolamentazioni locali
hanno penalizzato tutte le velleita' di conquista mondiale
dei grandi brokers americani che hanno battezzato questo mestiere.

Tutto cio' premesso, vediamo come va E*Trade.

Cominciamo con una visione d'insieme retrodatata a 2 anni:
finance.yahoo.com/q?s=EGRP&d=5y
Dalla Ipo del 1996 E*Trade ne ha fatta di strada: valeva
qualche dollaro per azione (circa 3) e meno di 3 anni dopo,
era a quota 60 senza contare un paio di splits 2x1.

Significa moltiplicare decine di volte gli investimenti, piu' o meno.
E ovviamente anche il market capital, il valore della societa'
secondo Wall Street. Insomma uno dei darlings del Nasdaq.

Poi lo sboom. Come per tutti gli altri b2c o quasi.

Oggi vale piu' o meno 4.5 miliardi in dollari che
al cambio in lirette fa diecimila miliardi. Lira
piu' lira meno. La facile morale e': se avete comprato
ai massimi siete in difficolta'. Se avevate comprato
in tempi non sospetti, diciamo entro il 1998, potete
guardare le cose con occhio piu' distaccato.

Solita domanda allora: E*Trade e' ancora sopravvalutata?

E solita difficolta' nel dare una risposta univoca.
Se guardate al rapporto price/earnings (1.120) la
risposta non puo' essere che un si' urlato.
Ma gli utili sono spuntati solo in questo ultimo
trimestre e solo grazie alla riduzione decisa delle
spese di marketing e pubblicita' che tormentano le b2c.

E parliamo di soli 19 milioni di $ su un fatturato di 1.37 miliardi.

Quindi un fatturato in crescita del 100 per cento rispetto al 1999.
Ovvero un piu' rassicurante rapporto prezzo/vendite di 3.40.
Ma per provare a capire meglio se E*Trade e' cara o cheap
ai prezzi di oggi, voglio fare come per Yahoo!:
paragoniamola al numero uno dei brokers on line ed off
line: Charles Schwab. Ci provero' nella newslettera di domani.

Ps. Equinix (nasdaq-eqix) di cui vi ho parlato una decina
di giorni fa, sta andando anche troppo bene. Ormai e' su
di quasi il 50 per cento, sfiorando i dieci dollari.
Inutile dire che la cautela non e' mai troppa.

Ho ricevuto moltissime e-lettere a proposito del
di 'Report' (RAI 3 TV) sulla Nuova Economia.
Se cliccate qui potete leggere un paio di interventi di
Fwiani paricolarmente riflessivi ed acuti. Grazie fc.
www.finanzaworld.it/newsdisp.asp?id=3780






Segnala questo articolo ad un amico