di Francesco Carlà

Il presidente degli Stati Uniti del Nasdaq

del 10/11/2000
di Francesco Carlà

Con tutti i computer che fanno non sanno contare i voti.

E' questo che tutto il mondo sta pensando degli Usa.
E pensarlo non fa bene al Nasdaq che, per l'ennesima volta
da agosto, torna sulle sue tracce e spaventa tutti.

Perche' quelli che fanno i computers sono quotati al Nasdaq.

Intanto il catalizzatore non si vede, anzi Cisco terrorizza
l'unico comparto che teneva botta: chips, tools e
software per la bandarlarga. Con il risultato che BRCM,
uno dei pochi winners di questo difficilissimo 2000,
si e' giocato piu' del 30 per cento in pochi giorni anche
se poi ha rimbalzato un pochino.

Spero che vi siate ricordati di scalare in basso Broadcom.
Se si rimette a salire si fa sempre in tempo a ricomprarle.
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=273
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=274

Mentre scrivo, a 14 minuti dalla chiusura di Wall Street,
il Nasdaq sta recuperando ed e' tornato a quota quasi 3200
dopo aver sfiorato di nuovo i 3000 punti. In questi due
incredibili giorni di ordinaria follia presidenziale,
il Nasdaq ha perso il 7 per cento e soprattutto ha fatto
fallire il famoso e fin qui nei decenni puntualissimo
‘presidential honeymoon rally'.

Insomma niente luna di miele di Wall Street col nuovo presidente?

Il problema e' che sembra si debbano rifare le elezioni in Florida.
E la borsa e' terrorizzata da questa prospettiva.
Perche' i mercati finanziari non hanno paura quasi di nulla
a parte due cose:

1 Il rialzo dei tassi d'interesse;
2 L'incertezza.

Se si deve rivotare nello stato dei pensionati a stelle e strisce,
ragiona Wall Street, vuol dire che possono passare giorni e
perfino mesi prima che gli Usa abbiano il loro nuovo presidente
dopo Clinton. Il che vuol dire incertezza. Il che significa
niente rally di fine anno.

E una corsa ci vuole dopo nove mesi di rollercoaster.

Non so se vi ricordate, ma di recente rispondevo ai Fwiani,
che mi chiedevano cosa fosse meglio per la borsa se Bush o Gore,
che piu' o meno era la stessa cosa.
Un po' per la politica simile dei due candidati in tema di
finanza e tecnologia. Un po' per la sempre minore invadenza
del governo americano sui fatti dell'economia.
Nessuno poteva davvero immaginare che tra Bush e Gore
non vincesse nessuno.

E perdesse il Nasdaq.

Francesco Carla' ha preparato il suo commento sui mercati
finanziari. Per leggerlo subito cliccate qui:
www.finanzaworld.it/newsdisp.asp?id=4007






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