di Francesco Carlà

Un Fwiano globale

del 24/11/2000
di Francesco Carlà

-Carla'
Ho gia' risposto personalmente a questo ‘antico' Fwiano
che lavora a Londra per una famosa societa'. Lui
rappresenta quel genere di Italiani Globali che non
si rassegnano alle lentezze del Belpaese e, anche
all'estero, vogliono sempre sapere se in Italia le
cose stanno per caso cambiando.
Nella e-lettera che segue, Gualtiero alimenta questo
forte dibattito sui Venture Capitalisti che deve aver
buttato un sasso nello stagno nel mondo finanziario
italiano che vi sembra assai conservatore.

Ecco le sue riflessioni e aspetto le vostre.

Gaudenzio Bonaldi Gregori – Deloitte
Grazie per il suggerimento del libro da leggere "Eboys".
Dove lo trovo? Nel tuo sito? Anche in UK? E' solo in Italiano?

Condivido la tua e-lettera sui VCs e le tue considerazioni
su "i VCs possono dare piu' che semplice suppoto finanziario".
Aggiungerei pero' che la strategia in/out di molti VCs e'
una cosa sicuramente da tenere in considerazione.
La ricerca di tassi di rendimento dell'investimento dal 40%
in su potrebbe risultare deleteria per l'imprenditore/azienda.

Trovare il giusto VC e' molto importante. Parli pero' solo
di Silicon Valley. Londra e' un'altra piazza interessante in
Europa, ma paesi del nord Europa, Francia e Germania stanno
seguendo a ruota. Devo dire che per quanto ne so i VCs si
stanno sviluppando anche in Italia, ma il processo e'
rallentato da una riforma pensionistica che non arriva.

I fondi pensione potrebbero iniettare una bella quantita'
di denaro da investire con deciso effetto positivo sul ciclo
economico. In US molti dei VCs sono supportati dai fondi
pensione gestiti privatamente. Inoltre non farebbe male
anche ai lavoratori dipendenti italiani, che potrebbero
vedere la resa del TFR passare dal misero circa 2.5% di
adesso al 40-50% rendimento di alcuni fondi pensione in US.

Io lavoro con VCs a Londra e in Europa Il trend di fondo
nelle strategie dei VCs a Londra e che tutti stanno cercando
di avere maggiore esposizione sul continente, principalmente
per i seguenti motivi: - Portfolio sbilanciato su TMT sector
con difficolta' ad uscire in questo momento - Cash da investire –

Concentrazione/fusione in corso e solo chi avra' esposizione
europea potra' sopravvivere autonomamente - Mercato finanziario
europeo molto meno evoluto di quello inglese ed americano,
di conseguenza i valori delle societa' non hanno ancora subito
il processo moltiplicativo generato dalla entrata ed uscita
di vari VCs e dalle rivalutazione delle societa' a seguito
dei vari rounds funding. E quindi ci sono ottime possibilita'
anche per gli imprenditori Italiani per portare a casa oltre
a dei rounds di financing, networking europeo, Technical skills,
partners etc.

Io lavoro per un Venture Catalyst team a Londra specializzato
su Internet. In pratica avviciniamo imprenditori od aziende
alla ricerca di fund raising e VCs o incubators. C'e' molto
interesse per idee imprenditoriali nel nostro paese, ma spesso
l'avvicinamento e' difficile. Ho visto che sul tuo sito c'e'
uno spazio dedicato ai net imprenditori.

www.finanzaworld.it/login.asp

Se qualcuno di loro fosse interessato a fund raising oltre che
a contatti a livello europeo e technical skills ci sono ottime
potenzialita'.

La piazza di Londra rimane dominante in Europa, anche perche'
spesso fa da tramite per l'Europa gli investitori d'oltre oceano.
Qualche idea su come si potrebbe sviluppare la cosa?

Volete collegarvi con Francesco Carla' in diretta
dai mercati e dalla Rete e leggere i suoi dispacci?
Vi basta cliccare subito qui:
www.finanzaworld.it/newsdisp.asp?id=4463&a=1






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