di Francesco Carlà

Come andra' l'estate in borsa?

del 2/07/2001
di Francesco Carlà

-Carla'
Ho ricevuto una e-lettera, tra le centinaia che
continuo a ricevere senza posa tutti i giorni,
e per questo siate clementi se non riesco a
rispondere a tutti tutti, una e-lettera che
esprime un punto di vista sulla situazione attuale
dei mercati finanziari e delle borse che ha il
pregio delle lucidita'.

Replica alla mia newslettera di qualche giorno
fa sugli investimenti Value e Growth.
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?idnl=446&a=1

A proposito di questo, domani sera alle 22 saro'
di nuovo in chat su LYCOS per la seconda puntata
di questa collaborazione tra Finanza World e il portal.
Chi prima si iscrive meglio parla, smile.

(cliccate qui per farlo subito)
www.lycos.it/webguides/finance/template/template.html?content=index&bar=lbar

Nel frattempo Bill Gates ha confermato la sua
fama di Cannibale e la sentenza contro MSFT
ha sottolineato alcune mie riflessioni di
qualche tempo fa sullo scenario che attende
Microsoft e tutto il mondo dei grandi del tech.
Ma ne riparleremo.
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=432&a=1

Come andranno le borse in estate?
Scrivetemi a f.carla@finanzaworld.it
Vedremo come la pensa la maggioranza dei Fwiani. Voi.

-Vincenzo Piazza
Caro Francesco,
Magari e' solo la voglia di recupero o il caldo dei
primi giorni d'estate, ma provo alcune sensazioni che
ti riferisco, riportandomi ad una tua NL di qualche
giorno fa che distingueva opportunamente tra "growth" e "value".

Ti ricordi quando, circa un anno e mezzo o due fa,
bastava cambiare la denominazione della propria societa'
aggiungendo ".com" o "e." o ".it" e ".net" per raddoppiare
o piu' il capitale in pochi mesi?

Il motivo ufficiale principale per cui le dot-com
crescevano tanto di valore erano le prospettive di enormi
utili attesi. Le societa' facevano a gara ad aggiungere
il prefisso o il suffisso e a richiedere la quotazione.

Pochi mesi dopo stiamo contando il numero dei cadaveri
disseminati tra le macerie. I morti si annoverano tra
tutte le categorie, ma principalmente tra chi non aveva
venduto altro che promesse a chi non aveva trovato nulla
di meglio da acquistare.

Oggi, ridimensionate le prospettive di utili, rimangono
alcune realta' che hanno alle spalle un progetto e solide
alleanze e legami con l'economia reale, anche se la loro
capitalizzazione e' enormemente ridotta rispetto a poco
meno di un anno fa. Puo' anche darsi che il ribasso non
sia tecnicamente terminato, ma mi pare di vivere, rovesciate,
le stesse sensazioni di un paio d'anni fa.

Tutto cio' che e' ".com", "e.", ".it" o ".net" viene evitato
come il portatore del peggior contagio, e chi ha la sventura
di portare le suddette estensioni si guarda bene dal procedere
al collocamento per il quale tanto si era adoperato nei mesi
scorsi. Se l'andamento rovesciato dovesse proseguire, tra
non molto i prezzi dovrebbero riprendere a salire.

Non credo che la (sperata) ripresa dei corsi delle dot-com
sara' supportata dalle attese di grandi utili (almeno sino
a quando questa aspettativa non sembrera' ragionevole);
penso invece che le dot-com superstiti risulteranno di grande
interesse strategico per le societa' dell'economia tradizionale,
al punto da diventare' passaggi-chiave nelle strategie di
comunicazione e di marketing, quando non anche di erogazione
dei Premium. Questo interesse potrebbe far scattare una fase
di ripresa dei prezzi, paradossalmente valorizzando non tanto
la parte "growth" quanto quella "value" delle dot-com giunte
(quasi) sane e salve sino ai giorni nostri.

A queste ultime il compito di consentire maggiori tassi
di "growth" delle societa' tradizionali. Se avessi due
euro da spendere in questi giorni (uno per ciascuno dei
due comparti convenzionali della new e della old economy)
spenderei un euro in una dot-com di classe "value", e
un euro in una tradizionale con prospettive "growth".

Con simpatia,

Vincenzo Piazza
Parma
29 giugno 2001


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