di Francesco Carlà

Il 'crollo' americano

dell' 11/09/2001
di Francesco Carlà

Mentre scrivo le tv del mondo trasmettono la stessa storia.

Due aerei, veri e con i passeggeri a bordo, hanno abbattuto
le Twin Towers di New York, simboli di Manhattan e degli Usa.
Contemporaneamente, con un altro aereo dirottato, un pezzo
del Pentagono e' stato fatto saltare dai terroristi.

Le borse europee sono crollate insieme alle Torri.

Wall Street era ancora chiusa e non e' stata aperta e non
si sa ancora quando riaprira'. La borsa americana e'
vicinissima alla zona del disastro, e la sede di molte
societa' finanziarie era proprio nelle torri gemelle.

Cosa posso dire su tutto questo che abbia un senso?

Tre cose:
1 L'anti-americanismo aveva raggiunto livelli molto
pericolosi e deliranti. L'avevo, per coincidenza,
ricordato proprio in questi giorni a proposito
del no-global e delle molte idiozie circolanti;

2 L'economia in questi lunghi anni si era preso un
ruolo totale, usurpando anche i diritti e l'importanza
della politica vera. Adesso sara' difficile chiedere
a Gates o ad altri di risolvere problemi come questi;

3 Il terrorismo ha colpito al cuore l'America per
bloccarne la forza economica e finanziaria e soprattutto
per togliergli la verginita' psicologica e la sicurezza
di se. Giu' i grattacieli per colpire il modello americano.

E adesso?

Le borse sono ciniche e premieranno le societa' dell'
edilizia che ricostruiranno Manhattan, gente come Donald
Trump ed altri magnati del vetrocemento. Ma e' la
guerra l'industria che avra' i maggiori benefici.
Perche' l'America, minacciata, reagira' in tutti i modi.

E lo fara' molto presto e per molto tempo.

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