Partire o restare? La solitudine dell'imprenditore
di Francesco Carlà
-Carla'
Stiamo parlando anche noi di lavoro e di art.18.
Ne parlava con intelligenza Marco Biagi e lo hanno ucciso
a 20 metri dal mio studio di Bologna. Il portico dove e'
caduto, lo vedo dalle mie finestre in questo momento.
Chissa' quante volte l'ho visto tornare a casa,
in bicicletta, proprio come la sera del suo assassinio.
Non lo conoscevo, ma gia' lo rimpiango molto.
Stiamo parlando di lavoro e di come si lavora, spesso male, qui.
In Italia intendo. Lavorano male gli imprenditori e anche
i loro collaboratori.
Lavorano male e non va bene.
E alcuni, molti nel Nordest e in altre parti del Paese,
vogliono andare via, dove si lavora meglio, come il nostro
fwiano di ieri, Gianluca Passini.
(cliccate qui se vi siete persi la sua lettera:)
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?idnl=557&a=1
Ma dov'e' che si lavora meglio?
So subito quando una mia newslettera tocca un nervo
scoperto. Lo so dal volume di fuoco delle vostre email
e dalla veemenza dei contenuti. Quello del lavoro e' un
nervo scopertissimo.
E fa male.
E' impossibile citare tutti quelli che mi hanno scritto:
sono gia' piu' di 200 e continuate a scrivere.
Ma alcune frasi mi sono rimaste impresse molto.
Eccole. Poi, in fondo, una sorpresa:
(Siamo partiti gia')
-Luca Moras
Io sono Veneto e mi chiedo: come mai ad oggi esiste un numero
imprecisato di imprenditori (10/15 mila) del nord est che,
in vari settori, hanno gia' spostato le proprie produzioni
in paesi come Romania, Ungheria, Croazia etc negli ultimi vent'anni?
Forse hanno un carattere diverso o forse hanno anticipato i tempi.
Di sicuro il signor Passino guadagna ancora con la sua azienda
e ha la fortuna che nel 2002 riesce ad avere il tempo di
lamentarsi per problemi storici.
Nel simulmondo a volte non si ha tempo per pensare
e i fatti ti travolgono. Anticipare oggi e' vitale
per qualsiasi impresa.
(Italia non ti amo piu')
-Angelo Cortesi
Oggi la qualita' di una persona viene misurata solo in base
al suo denaro, la principale occupazione se non la sola
e' fare denaro! E' un paese che da almeno 10 anni non
riconosco piu' e non amo piu'.
(Il Made in Italy vale di piu')
-Dario Bonacina (e cose simili dice Alberto Perugini)
L'etichetta "Made in Italy", nell'ambiente tessile come
in pochi altri, gia' da sola attribuisce al prodotto una
certa qualita'. Il mio non e' razzismo consumistico, lo dico
con realismo: un prodotto di ottima qualita', ma "sfornato"
da un'azienda situata magari in un paese dell'Est europeo,
in Bangladesh o in Cina, godra' di un apprezzamento
sensibilmente inferiore ad un analogo prodotto "Made in Italy".
(Vorrei tornare)
-Modestino Creszenco
Lavoro in Germania da 14 anni, gestisco un locale.
Tutti i problemi del sig.Passini, direi di conoscerli bene.
Ma quello che non sa e´ che all´estero sei sempre uno straniero.
Ogni giorno mi girano le ... idee in testa di andarmene di qua.
Ritornerei volentieri in Italia, ma e se dopo 14 anni
non mi ci trovo piu'?
Molta gente non e´contenta del lavoro che fa, credo
che sia colpa di questa vita stressante, che corre veloce.
Ti trovi all´improvviso con un eta' e ti rendi conto che
non hai vissuto per niente. Sempre a lavorare, sempre
problemi, stress, stress, stress. La malattia del secolo.
(Non lamentiamoci)
-Lorenzo Doria
Sono un imprenditore che corre e soffre come tutti e spreca
poco tempo per lamentarsi :)
(Tratta degli schiavi? No grazie!)
-Maurizio Sapora
Spostare la produzione all'estero, per chi puo', e'
forse una soluzione... Io ho avuto a che fare
con offerte di Premium da parte dei mitici sviluppatori
di software indiani: trattasi in buona sostanza
di tratta degli schiavi. Spiacente, non me la sento.
(Ma chi finanzia gli emergenti? Noi.
-Pierluigi A.
Molti dicono che da qualche tempo a questa parte,
per alcuni settori, va molto forte qualche paese
dell'ex blocco sovietico tipo Romania, Bulgaria e
anche Polonia. Gli stessi paesi che, per creare
infrastrutture e siti industriali adeguati,
alcuni risparmiatori italiani finanziano comprando
obbligazioni con rendite superiori al 4% che le
nostre solerti banche propinano a piu' non posso.
(Una domanda secca)
-Luciano Pacini
Io farei al sig.Passini una semplice domanda:
quanto denuncia di reddito e quanti beni mobili
e immobili possiede?
(Un discorso 'vecchio')
-Roberto Basilico
Il Signor Passini non se n'e' andato, ma ora si
pone delle domande, perche' opera in un distretto
industriale tipico, roba da case study al MIT.
Il distretto assicurava terreno fertile di scambio
economico e prometteva possibilita' di ricerca
ed innovazione. Forse l'ultimo punto e' venuto
meno anche perche':
1. piccolo e' bello se si e' "illuminati"
(vedi "tragedy of commons")
2. i "rentiers" moderni invece dei "bollini"
preferiscono le "bolle" di un mondo,
quello finanziario, a "somma zero" dove il
"risk management" e' molto efficace e proficuo
se ho la "governance" di lotti di mercato.
Ma e' un discorso "vecchio" ...
-Carla'
Ed ecco la sorpresa. Se ricordate ieri chiudevo
domandando due cose a Gianluca Passini:
PERCHE' vuole andare via, e DOVE vorrebbe
andare per lavorare bene come sogna sempre.
Passini mi ha gia' risposto:
-Gianluca Passini
Mentre in alcuni settori si e' passati velocemente
dal concetto di attivita' in proprio a piccolo
imprenditore e poi ad imprenditore, purtroppo nel
settore del "conto terzi", nel nostro distretto,
il concetto del "rinunciare per avere" non va di moda.
Percio' alle tue domande rispondo semplicemente:
Sono solo.
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