di Francesco Carlà

Wind: la rotta controVento

del 25/03/2002
di Francesco Carlà

Prima del grande match di ieri dell'Inter pensavo a Wind.

Dico 'prima', perche' 'durante' sono riuscito solo a
pensare a Recoba, il piede sinistro col GPS, e agli
altri protagonisti della bella battaglia con la Roma.

Bella squadra quella giallorossa. A parte Zebina.

Va bene: il campionato e' tutt'altro che finito,
la fame e' sempre tanta, la Juventus e' a 4 punti
e la Roma a 3: mancano 6 partite e tutto puo' succedere.

Di relax se ne parla dopo l'ultimo match con la Lazio.

A proposito di relax, non si rilassano granche' neppure
quelli della grande famiglia Enel, che controllano anche
la societa' arancione della telefonia: Wind.

Di Ipo neppure l'ombra e France Telecom vuole vendere.

C'era una volta Wind, telefonia mobile. Vinse la gara per
diventare il terzo gestore del mercato booming italiano
dei telefonini e si presento' con una brutta campagna
di comunicazione che nessuno capi': troppo intellettuale.
Poi puntarono su Ezio Greggio e belle ragazze.

Giocavano al dottore sul lettino. Funziono' molto meglio.

Doveva essere il 1999 e Wind riusci', in qualche modo,
a ritagliarsi una fettina degli abbonati ai cellulari
italiani. A quei tempi c'era ancora Deutsche Telekom,
che sarebbe uscita, per mancanza di soldi e conflitti
d'interesse, prima della gara Umts.

France Telecom restava dentro per spingere Orange.

Orange e' il marchio di FT mobile che tenta di inseguire
i leaders europei Vodafone e T-Mobile. Quelli di Enel e
di Wind, nonostante i colori arancione in comune,
non hanno mai permesso ai francesi di farsi strada.

E adesso Orange/FT vuole uscire da Wind.

Ufficialmente il problema e' la mancata Ipo, cioe'
il fatto che la quotazione in borsa non sia all'
orizzonte, dopo i numerosi rinvii per via delle
tempeste dei mercati finanziari degli ultimi 24 mesi.

Ma la rotta e' un po' piu' controVento di cosi'.

France Telecom dice di avere una opzione Put,
cioe' un diritto a vendere, e vorrebbe esercitarlo.
Enel risponde che il diritto esiste, ma puo' essere
esercitato solo in caso di dissidi tra i soci.

Enel i soldi per FT li ha, ma il problema non e' questo.

Il problema vero' e' che Enel non vuole comprare ora.
Perche' dovrebbe scegliere tra due possibilita' che
non piacciono nemmeno un po' a Tato' e al management.

Eccole qui:

1 Comprare al prezzo di circa 5 miliardi di euro che
e' la base di interesse di FT per il suo 25%, un
prezzo che pero' valuta Wind 20 miliardi di euro,
valutazione mica tanto in linea con i tempi attuali;

2 Comprare ad un prezzo molto piu' basso, convincere
FT ad accettarlo viste le attuali condizioni delle
tlc, ma ammettere implicitamente che Enel ha speso
davvero troppo per comprare Wind.

Insomma padella o brace? Wind e' controVento.


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