di Francesco Carlà

Il capitalismo americano e quello italiano

del 2/04/2002
di Francesco Carlà

Ho passato Pasqua e pasquetta a leggere una biografia.

E' uno dei libri americani che stiamo analizzando
per decidere le nuove pubblicazioni della collana
che Finanza World ha in joint venture con Apogeo.
La stessa che ha pubblicato Trading on line e Simulmondo.

Si chiama 'Passion to win', la vita di Sumner Redstone.

Mr. Redstone e' il boss di, e controlla, Viacom
(nyse-VIAb), ovvero una delle maggiori aziende di
media ed entertainment del mondo: i suoi marchi piu'
famosi sono MTV, Paramount, CBS e Blockbuster.
Una bestia multimediale molto piu' grande di una
Mediaset o di una Rai: quasi 24 miliardi in dollari
di ricavi 2001 e un market capital di 87.

Redstone ha quasi 80 anni ed e' un vero Amerikano.

Amerikano con la kappa perche' a leggere le sue gesta
quasi non ci si crede, tanto la sua mentalita' e'
diversa da quella italiana e mediterranea.

O almeno cosi' mi sembra.

Cominciamo con la difficile infanzia negli anni
del nazismo. Di famiglia ebraica, e' scappato dall'
Europa in fiamme e il padre, piccolo imprenditore,
ad un certo punto ha capito che dopo la violenza
la gente voleva soltanto divertirsi. Negli Usa.

Cosi' da un paio di drive in e' nato l'impero.

E fino qui la storia non sarebbe poi tanto diversa
dalle storie italiane, chesso', della famiglia
Benetton, che da un paio di negozietti di maglie
ha finito per vestire il globo. O dall'epopea di
Della Valle e del suo genio per le calzature.

Per tacere di Del Vecchio e la mania degli occhiali.

Ma la vera differenza tra Redstone e gli italiani
sta da un'altra parte: la passionaccia di vincere,
il killer instinct che ricorda i duelli al sole
dei cow boys, nella polvere di Abilene o Dodge city.

Per capire davvero gli americani bisogna leggere Tex.

Pensate che Redstone ha quasi il 50 per cento del
suo corpo ustionato alla Niki Lauda, per via di
un incendio che lo ha coinvolto una notte in un
lussuoso albergo. Ha passato un anno tra la vita e
la morte, ma a cosa pensava?

A comprare prima la Viacom e poi la Paramount.

Quest'uomo, che ha una fortuna personale superiore
di molto (piu' del doppio) a quella dello stesso
Silvio Berlusconi, al contrario del nostro Premiere
che ama le belle case, vive in una suite in hotel.

E ha uno stipendio di 17 milioni di dollari all'anno.

Tutto cio' mi fa venire in mente almeno un paio di
domande o forse tre, che vorrei fare anche a voi
per poi rispondere insieme, nei prossimi giorni.

Eccole:

La prima: qual e' il senso del capitalismo americano?
La seconda: qual e' il senso del capitalismo italiano?
La terza: qual e' il senso del capitalismo?

E' davvero solo la passione per la vittoria?

Ps. Nel frattempo, mentre cerchiamo il senso del
capitalismo e quello della vita Simul-Moderna,
vi comunico che la Marvel e l'Uomo Ragno stanno
continuando la loro ascesa: quasi +240% in 6 mesi.

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