di Francesco Carlà

La strana coppia: l'Esorcista sfida Arturo Andersen

del 17/07/2002
di Francesco Carlà

-Carla'
Ho ricevuto piu' di 700 email in risposta a quella
dell'arturiano di qualche giorno fa:

www.finanzaworld.it/newsletter.asp?idnl=607&a=1

Tra l'altro il sito di FW ha raddoppiato
le visite normali e il numero di pagine standard a
www.finanzaworld.it

L'interesse sul caso Arturo Andersen e' piu' vivo che mai.

In rappresentanza di tutte le posizioni pro e contro,
pubblico, senza commento, le due lettere che seguono.

Anche perche' si commentano da sole.

Nel frattempo l'Esorcista Greenspan, l'unico uomo che
avesse previsto e provocato l'esplosione delle mille
bolle blu di Wall Street, ha parlato ieri davanti al
Senato e ho seguito tutto in diretta su RaiNews24 con
Federica Mango e Giacomo Vaciago.

Ho commentato il suo discorso stamattina su Rai3:

1 Le truffe e gli scandali risalgono al 1999/2001,
l'epoca delle bolle blu. Non le hanno fatte i ragazzini
della new economia, ma gli attempati signori delle
multinazionali per salvare i loro mostruosi bonus;

2 L'economia americana va bene e questo e' merito dei
consumatori americani. I quali non sono diventati troppo
poveri con i crolli di Wall St perche' a New York c'erano
anche i soldi del resto del mondo. Molti soldi;

3 I consumatori continueranno a comprare perche' i tassi
non saliranno. Compreranno auto e case il che, dico io,
potrebbe creare altre bolle nel mercato immobiliare che
mi pare sinceramente gia' inflazionato in non pochi casi;

4 Gli utili delle societa' americane, specialmente dei
Vincitori del tecnologico, potrebbero rimettersi a crescere
perche' presto dovrebbero ripartire gli investimenti
delle imprese che sono fermi da due anni;

Wall Street non esulta. Greenspan e' un Esorcista non un Mago.

-Carlo Carsana (Henkel)
"Il revisore non e' un santo votato al bene della
collettivita', ma un professionista del controllo
che cerca con il massimo impegno di svolgere al
meglio il proprio lavoro in un mercato libero e
competitivo, dove a pagare i compensi sono i
controllati (?), che spesso scelgono tra diverse
offerte la piu' economica senza altro metro di giudizio".

Questa affermazione dell'Arturiano credo chiarisca
definitivamente l'equivoco.
(la citazione e' presa da questa newslettera)
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?idnl=607&a=1

Il revisore, e con lui la Societa' cui egli appartiene,
non lavora per gli Stakeholders, cioe' per tutti noi,
ma per il suo Cliente nel senso piu' limitativo del termine...
E allora ecco la fine di tutte le illusioni, e dello
slogan che gia' guidava la deregulation:

"Meno Stato, piu' Mercato": ecco qui il risultato!

Sono proprio le Aziende come Arthur Andersen quelle che
hanno disatteso il nuovo patto sociale che era implicito
nello slogan, non hanno voluto o saputo porsi come
"Terze Parti" al della collettivita' probabilmente
perche' composte da professionisti "skilled", ma privi
dell'etica e dei valori necessari per assumere un simile
ruolo nella società.

E questo getta un'ombra lunga su tutti quei controlli che,
nella stessa logica, stanno per essere trasferiti dallo
Stato al Mercato, si pensi agli Enti che presiedono alla
Sicurezza, dove un atteggiamento in stile Arturiano potrebbe
portare danno economico e spargimento di sangue.

Passare dalla logica "command and control" a quella
"dimmi cosa sai fare per noi ed impegnati a farlo",
scegliendoti il tuo verificatore preferito, pare sia
stato inteso come la piu' grossa occasione della storia
recente per farsi i propri interessi con buona pace di tutti.

-Francesca Panucci
Ho letto la risposta di Baruffaldi al paragone talebano...

Io sono un ex arthura. Adesso lavoro in un'agenzia
di pubblicita' eppure tutto quello che è successo
mi fa sentire un po' orfana...

Forse sono stata molto fortunata, ma della mia esperienza
in Arthuro ho un ricordo bellissimo! Le persone erano
entusiaste, avevano voglia di dare il meglio, lavoravano
sempre fianco a fianco e a fianco del cliente, avevano
voglia di imparare sempre cose nuove e di fare nuove
esperienze, puntavano ad avere sempre il massimo
della preparazione.

Dall'assistant al manager.

Gli arthuri che frequento ancora adesso non sono cambiati.
E guardandomi intorno non mi sembra di vedere molte altre
realta' in cui si lavora con tanta passione, con tanto
affiatamento, con tanta flessibilita' di pensiero e di
approccio.

Mi rendo conto della gravita' di quanto e' successo e,
lavorando in comunicazione, mi fa venire la pelle d'oca
pensare che per colpa di 10 o 100 o non so quante persone,
tutte le altre siano state schiacciate.

Io mi sentiro' sempre un po' arthura e ne andro' sempre
orgogliosa... Lavaggio del cervello? Forse. Ma chi non
l'ha provato non sa cosa si e' perso!

-Warren Buffett (citato da un Fwiano)
L'unica differenza tra Arturo e gli altri e' che gli altri
non li hanno ancora beccati.






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