di Francesco Carlà

Sogni e incubi

del 13/09/2002
di Francesco Carlà

-Carla'
Oggi e' il 13 settembre, due giorni dopo.

Ho ricevuto moltissime vostre lettere a commento
e interazione con la mia dell'undici settembre:
(clic qui per leggerla)
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?idnl=621&a=1

Ai Fwiani piacciono molto i sogni e i cambiamenti.

Ecco due lettere, una pro e una contro.
Anzi una contro e una pro. Seguono i miei commenti.

Buona lettura.

-Michele Bertacco
Ciao Francesco,
Stavolta non sono d'accordo con te. Non puoi fare un
1+1=2 come hai fatto tu in questa newsletter.
Tutta questa logicita' e' quantomeno dubbia.

Sembrerebbe che bisogna svilupparsi, ma non troppo.
Fare soldi ma non troppo. Avere potere, ma poco.

I 'cinque eserciti' sono stati il motore dello sviluppo
mondiale, tant'e' vero che (la cosa presenta molti
lati negativi ma qualcuno positivo) siamo ancora
qui ad aspettare che le borse Usa vadano su per vedere
crescere anche le borse europee.

Non ho capito: gli Usa sono imperialisti oppure no?

Voglio dire: siamo qui a fare storia sull'11 settembre,
pero' di storia breve si tratta. Parli di un argomento
che fara' storia e ti dimentichi che se si e' potuto
scrivere la storia liberamente nel nostro paese negli
ultimi 50 anni non e' certo merito dell'economia italiana,
ne' di quella europea, ne' della Rete, ne' di altro:
e' merito degli Usa che, aiutati dalle forze locali,
hanno liberato il mondo da non una, ma due ideologie.

Per esempio.

Troppi soldi=Twin Towers distrutte, e' il tuo ragionamento.
Speriamo di essere tutti poveri e, scusa il termine tecnico,
'sfigati', perche' altrimenti arriva la 'giusta' punizione.

So di essere stato un po' duro, ho cercato comunque di essere
costruttivo. Forse Internet puo' aiutare la ricostruzione.

Partendo dalla ragione.

-Carla'
No Michele, non era questo che volevo dire.

Volevo dire che quando resti da solo e comandi
il mondo, ti ci vuole ancora piu' equilibrio
e piu' forza ideale di prima, quando eri in guerra.

E non lo dico solo io.

Lo dicono anche gli americani della Sec quando
fanno arrestare i truffatori della finanza Usa.

L'America ha bisogno di sogni. E anche il mondo.

-Rosalba Formato
Vogliamo sogni e sognatori.

Noi lo siamo certamente, e molte, grandi persone
ci fanno compagnia costellando il nostro Universo
di sogni.

Uno di questi e' Patch Adams.

Martedi' sera, su Tele+, ho visto il documentario
realizzato lo scorso mese di marzo al seguito di
"A Patchwork for Peace", un'iniziativa umanitaria in
Afghanistan di Medici Clown, capeggiati da Patch Adams.

Per saperne di piu', si puo' clikkare su questo link
www.golositalia.it/Antonello/FinaleHome.htm

Ricordo che da bambina detestavo il circo. Non so dire perche'.

Forse le gabbie, gli animali trattati come attrazioni e
violati nella loro dignita'... Ma in generale essere
portata al circo mi sembrava una punizione.

E provavo una grande tristezza. Anche per i clown.

Come per i fuochi d'artificio. Cosi' splendidi, luminosi
nella notte, e cosi' effimeri...

Di fronte all'orrore della guerra, agli occhi dei
bambini mutilati, ustionati, denutriti, sofferenti, anche
Patch Adams, il clown, ha pianto.

Ed io con lui, impotente di fronte al televisore.

Ed ho condiviso le parole di Gino Strada: "La guerra e'
questo. Le mani saltate, le gambe mutilate.
Tutto il resto sono cagate".

Vero. Dannatamente vero.

E poi ho visto questi medici clown nelle corsie improvvisate,
nelle strade devastate, con le bolle di sapone, i palloncini
colorati, morbide, lievi carezze distribuite con attenzione
sui piccoli volti deturpati, sulle fasciature di manine
senza piu' dita.

Ed il miracolo dei sognatori e dell'umanita', uguale
ad ogni latitudine e per ogni cultura.

La Vera Magia! Alla faccia di Osama, George, Arturo & Co.

Un'umanita' che trova la forza di sorridere davanti ad un
clown (in Afghanistan non credo ne avessero mai visto uno)
anche quando tutto sembra perduto.

Gli sguardi sorridenti delle donne avvolte nei veli, stanche,
consumate al capezzale delle loro creature disfatte da una
mina o da chissa' che altro.

I bambini spezzati dal dolore sorridono, inseguono le bolle
di sapone con lo sguardo. Vogliono un palloncino.
Nonostante tutto, ma proprio tutto, un sorriso...

Vero, che nasce dal cuore.

Un sogno felice da sovrapporre ad un quadro orribile dipinto
da un pittore che non avremmo mai voluto conoscere...
Un semplice sorriso puo' cancellare quel quadro!

Ecco il mio pensiero positivo per l'11 settembre 2002.

Col cuore.

-Carla'
Ho una sola cosa da aggiungere: non mi piace
l'idea che si possa solo essere global o
no global, con Bin Laden o con Arturo Andersen,
On oppure Off, ridotti ad uno stupido codice binario.

Se non sogniamo sogni nuovi che viviamo a fare?

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