di Francesco Carlà

L'asino delle borse

del 24/09/2002
di Francesco Carlà

-Carla'
Settembre e' decisamente il piu' crudele dei mesi.

Sono davvero sollevato di avervi parlato diffusamente
delle sue (di settembre) inclinazioni al 'male borsistico',
nella newslettera 'Previsioni d'autunno'.

(eccola qui, basta un clic)
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=623&a=1

Credo che le cose non miglioreranno nei prossimi giorni,
anzi potremmo avere una velocizzazione del 'panic selling':
di solito le slavine diventano rapidamente valanghe.

Lo sperano a Wall Street per toccare il fondo.

Intanto la newslettera del 20 settembre, quella della
storiella dell'asino morto e sorteggiato in lotteria,
vi ha messo in moto la voglia di scrivermi.

(la trovate qui se non l'avete letta)
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=625&a=1

Tra le tante email ho scelto questa di un Fwiano
assai attento e consapevole che ha fatto un test
molto interessante. Scoprendo cose che forse volete
sapere anche voi.

E alla fine fa una domanda.

-Michelangelo Russo
Caro Francesco Carla',
Leggo volentieri la sua newslettera da diversi anni
e riesco a coglierne gli aspetti piu' moderati di
invito alla prudenza per tutti coloro che del
'mestiere della finanza' non sono.

Risultato: ho guadagnato poco, ho perso meno.

Maggiormente sono interessato all'aspetto culturale
(ritengo anche pedagogico) delle sue parole.

Letta la storiella dell'asino morto e del presunto
presidente Enron, l'ho raccontata ad un mio amico:
persona di forte onesta', fino alla scarsa tolleranza
nei propri confronti.

E' stato un piccolo test.

Prima di concludere la storiella, gli e' scappato un
'in gamba!' nei confronti del Kenny, pentendosi subito
dopo aver sentito l'associazione a Enron.

Il senso preoccupante che colgo e': un senso di
giustizia elementare fa considerare un avventuriero della
finanza che specula sui piccoli risparmiatori alla pari
di un delinquente; intanto la cultura corrente lo legittima.

Domanda: quanti dei suoi lettori hanno espresso la
medesima opinione del mio amico?

-Carla'
Per fortuna nessun Fwiano pensa che Kenny sia da ammirare.

La matrice degli scandali americani di questi anni
e' la 'greed', la cupidigia. Una sindrome senza senso
che pero' ha colpito un sacco di manager americani, negli
anni delle valanghe di denaro a Wall Street e nelle borse.

La cupidigia non ha senso, ma e' uno dei vizi capitali.

Quindi niente di nuovo sotto il sole: roba che esiste da
sempre e che fa parte, purtroppo, della natura umana.

La novita' di questi anni, non mi stanco di ripeterlo,
e' il fatto che l'avidita' dei boss della Enron, della Tyco,
della WorldCom, di Martha Stewart e di chi sa quanti altri
personaggi della finanza americana, sia stata resa possibile
dalla connivenza di (ex) grandi e fin qui insospettabili
istituzioni che erano li' per controllare e denunciare.

Per questo Arturo Andersen ha piu' colpe di Kenny e della Enron.






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