di Francesco Carlà

L'ipocrisia della crescita

dell' 1/10/2002
di Francesco Carlà

Lo spettro del Panic Selling si aggira per l'Europa.

Anche a Wall Street vendono a tutta birra: cash is king
per il piccolo investitore, a meno che non voglia andarsi
a cercare piccole operazioni su probabili Vincitori a
buon prezzo, tipo Overture (nasdaq-over) che ieri e'
andata su del 7 per cento, in barba ai venditori.

Ma sono piccole cose.

Durante lo scorso fine settimana, la Banca Mondiale (World
Bank) e il Fondo Monetario (IMF) sono finiti di nuovo
nel mirino degli oppositori. E stavolta non si tratta di
Black Block e Tute di vari colori.

Adesso i critici sono gli accademici e i professori.

Il punto e' che la mitica ricetta: - Liberate gli
scambi e le frontiere, la crescita seguira' - somministrata
ai Paesi in via di sviluppo del secondo e terzo mondo,
ha funzionato malissimo. Anzi non ha funzionato per niente.

I poveri sono sempre piu' poveri e i ricchi sempre piu' ricchi.

Sto leggendo in questi giorni il libro 'La Globalizzazione
e i suoi oppositori' dell'ex capo economista della World Bank
e Premio Nobel, Joseph Stiglitz, pubblicato anche in Italia
da Einaudi, il quale, dopo aver visto le cose da dentro,
si e' dimesso dagli incarichi.

Ha scoperto che gli Usa parlano bene e razzolano male.

Nel senso che, come facevano gli inglesi nell'ottocento,
sono sponsor ideologici e fanatici del commercio libero
quando si tratta di casa d'altri, e assidui protezionisti
quando devono tutelare le imprese in crisi a stellestrisce.

Tipo il disastrato settore dell'acciacio americano.

Ma c'e' un altro economista che sta dando filo da torcere
agli ideologi della crescita sicura a colpi di free trade:
Ha-Joon Chang dell'universita' di Cambridge. Nel suo
ultimo libro, 'Kicking away the ladder' ci sono un mucchio
di esempi che fanno riflettere.

In particolare alcuni numeri.

Tra il 1980 e il 2000 la crescita nei Paesi in via di
sviluppo si e' dimezzata fino ad un anemico 1,5%. E questo
nonostante le dosi da cavallo di liberalizzazione dei
mercati imposta dal Fondo Monetario e dalla World Bank
per concedere prestiti. E anche queste scarse percentuali
sono state raggiunte solo perche' comprendono anche le
performances di Cina ed India.

Che non hanno liberalizzato un bel niente.

La sostanza degli studi di Stiglitz e di Chang e' simile:
se liberalizzare i mercati finanziari e i mercati delle
merci (anche il WTO e' sotto accusa) e' una panacea per i
mali dei Paesi arretrati, come mai i Paesi industrializzati,
America in testa, si guardano bene dall'applicare questa
terapia ai problemi di casa loro?

La risposta sta in due parole: ipocrisia e potere.

Ps. Continuo ad essere diluviato di lettere che raccontano
disavventure assortite con i Premium tecnologici e finanziari:
pay tv, adsl, fibre ottiche, mutui, assicurazioni etc etc.

Mi sono deciso a fare qualcosa di concreto.

Nei prossimi giorni partira' una newslettera settimanale
nuova di Fw: La Buca dei reclami. Ci saranno le vostre
proteste e le eventuali repliche delle aziende. Un nuovo
Forum omonimo ospitera' invece TUTTE ed INTEGRALI le vostre
lettere e i commenti dei lettori di Fw.

Scrivete a:
bucadeireclami@finanzaworld.it






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