di Francesco Carlà

L'impennata della Ducati

del 31/10/2002
di Francesco Carlà

Ecco un altro di quei marchi mitici dell'Italia dei motori.

L'altro giorno ero a Modena per parlare ad una conferenza
sull'e-banking organizzata dalla Banca Popolare dell'Emilia
Romagna. Gia' alla stazione dei treni continuavo ad
avere in mente le parole di una canzone di De Gregori:

'Oppure a Modena coi suoi motori fenomenali...'

Si riferiva certo alla Ferrari. Ma in Emilia Romagna
le tecnologie elettro-meccaniche hanno creato un mucchio
di altre leggende, per esempio e non certo ultima, a Bologna...

La Ducati.

Ducati Motor Holding (nyse-dmh oppure milano-dmh.mi), ieri
ha avuto un'impennata del 6.69% per via dei rumori di una
possibile Opa, visto che TGP advisors, il fondo che la
controlla insieme ad un gruppo di noti industriali emiliani
tra cui Giorgio Seragnoli, avrebbe deciso di vendere il suo
33.5 per cento.

Il che secondo la legge italiana porta ad un'Opa obbligatoria.

Ma probabilmente l'Opa totalitaria non si applica al
caso Ducati, visto che TGP era gia' un azionista della
societa' delle moto prima della IPO del 1999.

Infatti oggi a Milano la corsa rallenta.

Fondata nel 1926 a Bologna, Ducati e' uno dei piu' famosi
marchi di motociclette del mondo, ma anche del Simulmondo.
Il sito www.ducati.com, curato dagli ottimi Federico Minoli
e Patrizia Cianetti (Minoli e' anche il Chairman della
societa'), e' una parte cruciale della company.

E funziona.

L'e-commerce, tra l'altro organizzato in una societa'
autonoma, ducati.com spa, ha una bella parte nelle vendite
della holding, ricavi che in totale, per i primi nove
mesi del 2002, sfiorano i 300 milioni di euro.

La Ducati vende motociclette in 40 paesi.

E pensate che fino alla seconda guerra mondiale era
una grande elettrofabbrica con quasi 5000 dipendenti.
Producevano rasoi, apparecchi radiofonici e macchine
fotografiche.

Negli anni '50 il Cucciolo, un ciclo-motorino per tutti.

Poi cominciano a fare le moto vere, sempre piu' grandi,
sempre piu' potenti, e sempre piu' rosse. Fino alla
Marianna del 1955 che comincia anche a vincere le corse.

Come il Motogiro d'Italia dello stesso anno.

Seguono anni d'oro di motori e motociclette, di corse
e di piloti, ma anche di ingegneri mitici come Taglioni.
Fino a quando, nel 1958, il governo italiano, che allora
controllava l'azienda, chiude il reparto corse.

Negli anni sessanta comincia il sogno americano.

Proprio per il mercato Usa comincia la produzione del
modello Scrambler, la versione 350cc sarebbe diventata
una delle moto mitiche della generazione 'settanta.

Che moto!

Provavo brividi di invidia e piacere quando le vedevo
sfrecciare in giro: i piloti avevano sempre dietro le
ragazze piu' belle della citta'.

Non doveva essere un caso.

Gli anni ottanta non sono anni buoni: il mondo cambia e
anche la Ducati si rinnova. Le moto da corsa continuano
a vincere, ma solo nel 1993 arriva il modello destinato
a continuare il mito delle moto bolognesi:

Il Monster.

Poi le undici vittorie nelle corse Superbikes negli
ultimi 13 mondiali e la quotazione in borsa a New York
e a Milano nel 1999.
Tutta la storia fotografica della Ducati la trovate a
www.ducati.com curata con amore maniacale da Livio Lodi.

Un amore di motocicletta.

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Anche nel Simulmondo possono sentirci urlare. Smile.






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