di Francesco Carlà

L'anno che verra'

del 7/01/2003
di Francesco Carlà

A dire il vero l'anno e' gia' venuto.

Ma il punto e' che nessuno sa che cosa riservera'
questo 2003, sfinge impenetrabile quanto mai prima.
I segnali sono talmente tanti che e' come andare
dietro alla folla. Allegramente e tutti insieme.

Magari nel burrone.

Come nelle mappe, noi siamo qui:

-L'economia americana non riprende;
-I consumatori americani rallentano;
-Il dollaro perde terreno sull'euro;

-L'oro nero (ENI e' piu' 15% da quando
ne sentivamo il desiderio un mese fa)
e l'oro normale crescono;

-Le case aumentano il loro valore;
-Le obbligazioni sono ai massimi;
-L'inflazione americana e' ai minimi;

Tutti gli indici azionari crollano da 3 anni. Record.

Naturalmente i segnali non sono solo quelli che
ho riassunto, ma era giusto per scattare una foto.
L'inquadratura e' stretta e non ci stanno tutti.

Sorridete.

Poi aggiungete il terrorismo, la crisi dei sogni americani,
le truffe aggravate degli analisti e dei revisori dei conti,
zoomate sull'Italia con i guai della Fiat e della Cirio,
spingetevi fino a considerare il disastro del calcio,
e avrete un simpatico riepilogo degli eccessi dei novanta.

Nel senso degli anni '90 e delle loro bolle blu.

Una sbornia durata un decennio puo' essere smaltita
in meno di tre anni? Praticamente la domanda chiave e'
tutta qui. Se rispondete si dovete mettervi a comprare
azioni. Se rispondete no dovete venderle.

Aspettate un attimo, ragioniamo insieme.

Le borse prevedono con circa sei mesi di anticipo come
andranno le cose. Quindi, per esempio, il Dow Jones
si muove secondo il probabile andamento economico delle
30 societa' a maggior capitalizzazione di Wall Street.
La stessa cosa accade per gli altri indici, generali
o di settore, e naturalmente per i singoli titoli.

Cosa prevedono le borse e le azioni in questi giorni?

Io direi soprattutto 3 cose:
1 Volatilita';
2 Incertezza;
3 Scarsa visibilita'.

Insomma: nebbia.

In questa situazione la cosa migliore da fare e'
continuare a schierarsi. Stare con le societa' meno
volatili, meno incerte, e con piu' visibilita'.

I Vincitori.

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Anche nel 2003 le borse saranno un survivor game.
Perche' questa non e' solo una crisi di passaggio dell'
economia occidentale e industriale. Questa e' una crisi
epocale della modernita' e dei suoi modelli di produzione
e consumo.

E solo i Vincitori vedranno arrivare il Simulmondo.

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