di Francesco Carlà

Tutti in miniera?

del 17/03/2003
di Francesco Carlà

Fra poco uscira' il mio nuovo libro.

Nel week end ho finito di rileggere tutto (5 volte) e
mi sono accorto di aver scritto poco di un trend che sta
facendo rumore negli ultimi mesi. Un trend non esattamente
innovativo e tecnologico, piuttosto un riflesso condizionato.

La corsa all'oro del duemila.

Il fatto e' che, nei mesi scorsi, il boom dell'oro e' stato
ehm, come dire, massiccio. Un classico derivato dell'incertezza
dei mercati. Oro e petrolio volano insieme, stavolta con l'Euro.

Mentre il dollaro arranca, per la prima volta in tempo di guerra.

Stamattina il cosiddetto Spot del gold ci racconta di
344 dollari per ogni oncia del metallo giallo. Otto bucks
in piu' dell'ultimo prezzo rilevato. Ed e' possibile che,
se le cose della guerra si mettono male (non tanto sulla
vittoria, quanto sui tempi della medesima: oltre i 100
giorni potrebbe essere una mezza sconfitta per Bush Jr...)
lo vedremo anche piu' in alto di cosi'.

Tanto che c'e' qualcuno che si vuole rimettere a scavare.

La rivista inglese World Gold ha addirittura fatto la
classifica dei 10 posti nel mondo dove si dovrebbe
ritornare a darci dentro. Si parla di 10 miniere sotto
sfruttate che, a questi prezzi del simpatico metallo
giallo, varrebbe la pena di tornare a sfrucugliare.

Inutile dire che in Italia non c'e' nulla.

I primi 3 siti sono rispettivamente in Sud Africa,
Russia e Australia occidentale. Dal primo si potrebbero
ricavare, strizzandolo meglio, 72 milioni di once d'oro.
A colpi di 500.000 once all'anno. E' di proprieta'
di Avgold ltd. Il secondo e' ancora in mano al governo
Russo e potrebbe fruttare 46 milioni di once alla
velocita' di 1.4 milioni all'anno.

Nel terzo sito i lavori sono gia' cominciati.

Intanto il settore Gold & Silver viene da un periodo,
ehm ehm, d'oro. Il market capital complessivo delle
societa' del settore a Wall Street, e' decollato a
70 miliardi in dollari. E il P/E si e' impennato fino
ad uno stratosferico (e minaccioso) 76.

Livelli giustificati quasi solo dal war-trend.

A guardare meglio i numeri del settore, si vede che
sono aumentati ovviamente, e molto, i ricavi, per via
dell'impennata del prezzo dell'oro. Ma i profitti per
azione medi sono calati quasi altrettanto.
Il che significa che c'e' una bella bolla d'aria dorata
in giro. Pericolosa come tutte le bolle anche se, a breve,
ancora gonfiabile.

Purtroppo.

Oltretutto il mondo del Gold & Silver ha un'aria
polverosa e abbandonata, come le vecchie miniere di
Paperone nei fumetti. E spesso le societa' quotate
del settore hanno attivita' mica tanto chiare: un mix di
finanza, traffico e collezioni di strane holding off shore.

Non e' mica tutto oro quello che luccica.






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