di Francesco Carlà

I guai di Topolino

del 19/03/2003
di Francesco Carlà

Se il Big Mac piange, Topolino certo non ride tanto.

Tra l'altro le due societa' sono legatissime da un
abbinamento (marchio e pupazzi in cambio di soldi e
visibilita') che probabilmente sta scontentando
entrambi. La Disney si trova collegata ad un mondo,
quello dei panini con la cotoletta, in crisi di
immagine e risultati finanziari. E McDonald's ha
scoperto che la compagnia di Topolino non e' in fondo
la benedizione che tutti si aspettavano fosse.

E non e' mica l'unico problema di Mickey Mouse.

Cominciamo dalla borsa. La Walt Disney co. (nyse-dis),
nonostante un certo rimbalzino negli ultimissimi tempi,
viene da tre anni da dimenticare: ad aprile del 2000
valeva 43 dollari al pezzo. Ieri ha chiuso a 16.58.

E non credo sia colpa della Banda Bassotti.

Ma a parte lo stress sulla brand, che non e' poco
per un'azienda come la Disney, quali altri guai hanno
causato una debacle cosi' vistosa di un fiero membro
del club dei 30 megaVip del Dow Jones?

I problemi di Topolino sono i problemi dell'American Dream.

Intanto si e' incagliato il sistema dei grandi film
d'animazione, il must della mia e di altre generazioni,
il filmone Disney una volta ogni due o tre anni.
Gli ultimi tre sono andati molto male, soprattutto
Treasure Planet, che e' costato 140 milioni di $$$
ed e' andato sotto al botteghino rispetto ai costi.

Mai accaduto prima nella storia della company.

L'ultimo grande successo Disney risale ai tempi
del Re Leone. Da quel momento un calo visibile e continuo,
reso ancora piu' fastidioso dai risultati trionfali dei
film digitali 3d della Pixar (nasd-pixr), Toy Story 1 e 2,
Monsters inc. e A bug's life. E' vero che la Pixar e'
distribuita dalla Disney, e quindi una parte dei soldi
e' finita nei depositi di Paperone, ma il contratto
scade nel 2005 e sembra che sia difficile da rinnovare.

Ma la Disney non e' piu', da tempo, solo cartoni animati.

Un sacco di soldi vengono dai media (ESPN, Disney Channel,
ABC...), dal merchandising e dal licensing (tutto quello
che si vende in giro e che usa i personaggi e i marchi
Disney...) e naturalmente dai famosi parchi e resorts
di Disneyland, EuroDisney etc etc.

In totale, nel 2002, circa 25 miliardi in $ di ricavi.

Vendite che pero', dopo essere quadruplicate negli anni '90,
sono in stallo (o leggermente sotto) dal 2000. E, quel
che e' peggio per Paperone, i profitti vanno decisamente giu'.
Perche' se i film di maggior richiamo non vanno bene,
i pupazzi e gli altri prodotti collegati non si vendono.

E i Disney Stores hanno perso il 36.8% di vendite dal '97 al 2002.

Disney ha anche mancato la grande occasione di comprare
una societa' che era finanziariamente al capolinea come
la Marvel Comics (nyse-mvl), quelli di Spiderman come i
Fwiani sanno bene, e non hanno mai davvero capito che i
videogames fossero un gigantesco business e la nuova
frontiera dell'animazione e dell'interazione.

Nemmeno quando Mario di Nintendo risulto' piu' noto di Topolino.

E' il crepuscolo di un'altra grande della cultura americana?
Non so. Di certo a Paperopoli non se la passano benissimo.
Basta leggere i fumetti di oggi rispetto a quelli degli anni
sessanta. Quello che non si sente piu' e' proprio la magia
e la novita', la freschezza e la creativita', e anche il
coraggio di sperimentare tecnologie e linguaggi.

La merce senz'anima, comunque sia marchiata, non emoziona nessuno.






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