di Francesco Carlà

Il motivo della guerra e i cortei della pace

del 31/03/2003
di Francesco Carlà

La guerra continua.

Wall Street si sta rassegnando all'idea che non
sara' una guerra lampo e l'incertezza regna.
Nel frattempo ognuno dice la sua sui motivi e
le ragioni vere di questa guerra.

E i cortei per la pace 'invadono' le citta'.

-Giovanni Palazzoni
Caro Francesco,
Dopo aver visto i cortei per la pace in Iraq,
le persone che vi partecipano, le parole che vengono
dette, mi sento di esprimere un'opinione al riguardo,
al semplice scopo di aggiungere un punto di vista
che non mi sembra essere stato adeguatamente evidenziato.

Consapevoli che la causa delle ultime grosse guerre
svoltesi sulla faccia della terra e' il petrolio,
come si puo' parlare di pace se continuiamo a dipendere
dal petrolio in maniera sempre piu' morbosa?

L'Occidente dipende fortemente dal petrolio,
l'Italia in particolare, e facendo uso di tutto cio' che
deriva da esso, inevitabilmente si da' un consenso piu'
o meno esplicito alla guerra che si sta svolgendo in Iraq.

E' da ipocriti gridare pace per le strade e poi
l'indomani non accorgersi che gran parte delle nostre
attivita' quotidiane sono possibili grazie al petrolio
e ai suoi derivati!

E allora mi chiedo: perche' le energie profuse in questi
cortei non vengono usate in modo da esercitare pressioni
sui nostri governanti al fine di ottenere ingenti stanziamenti
finanziari per il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili?

Questa e' secondo me la strada da intraprendere per
ridurre la possibilita' di future guerre.

Fino a quando non ci si muovera' numerosi in tale
direzione, sono convinto che le guerre arriveranno
sempre e sempre piu' aspre.

-Carla'
Se le guerre si fanno per il petrolio,
usare meno il petrolio fara' fare meno guerre.
La logica del nostro amico Fwiano non fa una grinza.

Il problema e' che usare meno petrolio mica e' facile.

Usare meno petrolio vuol dire usare meno energia.
Ma l'energia e il movimento reale sono la linfa
della societa' industriale e moderna.

Il nostro stile di vita.

Uno stile di vita che abbiamo importato, in questa
versione sempre piu' esasperata, proprio dagli Stati Uniti.
Uno stile di vita che sta mostrando la corda per un
sacco di ragioni che vi ho raccontato spesso in questi
anni e che non ha piu' molto futuro.

E continuera' a non averne.

Le prove? La crisi del panino e La crisi di Topolino,
ma anche La crisi delle auto di massa, Il botto delle
sigarette, Il crash delle grandi compagnie aeree etc etc.

L'America piu' intelligente aveva capito questa crisi epocale.

E voleva passare tranquillamente dalla societa' industriale
e moderna, a quella digitale e al Simulmondo.
Ma le forze e i poteri in gioco sono tanti e non hanno
permesso una transizione indolore e pacifica da un modello
di sviluppo (Industria) ad un altro (Simulmondo).

La guerra e' solo un altro pezzo, tragico, di questo puzzle.






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