di Francesco Carlà

Affari nostri: Investire liberi

del 21/11/2005
di Francesco Carlà

Cari Fwiani,

Una volta il problema era risparmiare.

Appena si riusciva a mettere via dei soldi
il caso era chiuso. Bastava comprare dei buoni
del tesoro con interessi a doppia cifra, oppure
cominciare a pagare una casa o un immobile e
il gioco era fatto.

Rendite e rivalutazioni cadevano a pioggia.

E' successo a moltissimi dei nostri genitori
e nonni; fa mooolta piu' fatica a succedere
alla nostra generazione.

Per questo, ogni volta che un Fwiano solleva il
tema del risparmio risucchiato in mille gorghi,
la comunita' di Fw si scatena e si appassiona.

E arrivano e-lettere a raffica, come e' successo
nel caso di un Affari nostri di un paio di settimane
fa, 99 Bidoni. Buona lettura e a subito dopo
per il mio commento su questi importantissimi temi.

-Antonio Loborgo
Carissimo Carla',

Prendo spunto dalla sua recente newslettera
di Affari nostri (99 bidoni) per dirle che sono
d'accordo solo in parte.

Il Fwiano di cui riporta la lettera si lamenta
delle proposte finanziarie del suo assicuratore:
sarebbe come se io mi lamentassi delle proposte
culinarie del mio parrucchiere.

Puo' anche darsi che ci azzecchi, ma sarebbe un
colpo di fortuna.

Tra una unit-linked ed il fai da te c'e' di mezzo
il mare: e' certamente vero che un personale
puo' essere migliore, ma richiede somme significative
ed una marea di tempo, anche con l'aiuto di un
di qualita' come il suo.

Dove sta scritto che i difetti di conoscenza che
portano tanta gente a sottoscrivere una polizza
qualsiasi, non provocherebbero danni ancora piu'
devastanti se applicati ad un portafoglio gestito
direttamente?

E' vero: ci sono molti Premium scadenti, troppo
costosi e gestori inefficaci, ma la collaborazione
di professionisti seri e di (pochi) prodotti di
qualita' paga molto di piu' della maggior parte dei faidate.

Lo dico perche' ne ho viste tante, non per partito preso.

Le banche vendono polizze, le assicurazioni vendono
investimenti, le poste vendono i conti correnti:
tutti questi clienti che comprano cosa si aspettano
di trovare, un qualificato?

Dice il signor Longoni:

"La domanda pertinente e' se strumenti come le unit e/o
index linked possono essere delle valide alternative
alla negoziazione di stocks, oppure sono l'ennesimo
prodotto da supermarket finanziario?"

No, la domanda non e' pertinente: le polizze sono,
spesso, un prodotto da supermarket, ma lo e' anche
la negoziazione di stocks, che comunque non c'entra
un tubo e che puo' essere addirittura piu' costosa e
meno efficiente.

Con tutto il rispetto, dubito che chi si pone una
domanda del genere possa fare da se' in maniera efficace.

Non voglio affatto difendere le polizze ne', tantomeno,
il modo superficiale in cui vengono utilizzate:
dico solo che troppe persone hanno la pessima abitudine
di scaricare su altri le responsabilita' di scelte poco
consapevoli, anche quando sono totalmente proprie.

I migliori investimenti non sono quelli meno costosi,
sono quelli fatti bene: quanti faidate misurano il
portafoglio invece del singolo titolo?

Quanti seguono tutte le Sue ottime regole?

Quanti spendono il tempo che sarebbe necessario con
la regolarita' necessaria?
Quanti fanno un computo completo delle spese
(tempo compreso)?

A volte, prima dei prodotti, sarebbe meglio pesare
bene le persone cui ci si affida, sia sulla competenza
che sulla serieta'.

Le rinnovo la stima e la saluto.

-Carla'
Provo a riassumere i termini della questione:

1 Gli investimenti non rendono e costano,
nel senso che gli anni dal 2000 ad oggi
hanno provato a moltissimi che i risparmi
gestiti attivamente, quasi sempre fanno peggio
degli indici di mercato. Cioe' si pagano commissioni
ai gestori dei fondi anche quando si perdono soldi e valore.

Una situazione paradossale, ma comune.

Nel prossimo numero di Affari nostri pubblichero'
i risultati di uno studio americano che dimostra
tutto cio', anche se tanti e tanti hanno gia' provato
sulla propria pelle che le cose stanno esattamente cosi'.

2 Il faidate e' considerato un'alternativa valida,
ma solo per chi ha tempo e molto denaro da investire.
E in piu' deve anche essere dotato di competenze
ed esperienza (e assistenza indipendente), ovvero
merci che non si troverebbero tanto facilmente in giro.

Io non sono molto d'accordo su questo. E' come dire
che dobbiamo rassegnarci a mangiare male e a pagare
caro, visto che non abbiamo il tempo, il denaro o
semplicemente non sappiamo quali siano i ristoranti
dove si mangia bene, si spende poco e non ci si
rovina la salute.

Voi cosa ne pensate?
f.carla@finanzaworld.it

Alla prossima settimana,
Vs. Francesco Carla'


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