di Francesco Carlà

Affari nostri: Cento di questi sottosegretari

del 22/05/2006
di Francesco Carlà

Carissimi Fwiani,

Il titolo puo' essere letto in almeno un paio di modi:

Il primo e' che tra ministri e sottosegretari,
Prodi e' arrivato quasi a quota 100, sfiorata: 99.

Il secondo modo e' che Paolo Cento, verde e no
global, e' proprio uno di questi sottosegretari,
uno dei 4 dell'Economia, in attesa di deleghe
dal ministro Padoa-Schioppa.

In attesa della delega se la cerca da solo.

Sentite le prime dichiarazioni dell'aspirante
economista e tremate insieme ad Adam Smith:

"La decrescita per esempio. Cominciamo
a ragionare senza tabù che la crescita
economica non è di per sé un bene."

Sara' bene invitare anche Standard & Poors
e Moodys a fare questi interessanti ragionamenti,
visto che se la nostra 'decrescita' nazionale
continua ancora un po', il nostro debito pubblico
si vedra' abbassare il rating, e se cala il rating,
com'e' noto, cresce la rata di interessi che
i cittadini e i tax payers si trovano a sobbarcarsi.

Paolo Cento insiste con il Fisco etico:

«Usare la leva fiscale per modificare i consumi. Sul commercio e la
costruzione delle armi dovremo intervenire pesantemente. Così come
vorrei adoperarmi per introdurre a livello europeo la Tobin tax sulle
transazioni finanziarie e colpire le rendite speculative o i grandi
patrimoni».

Adesso non ci resta che informarci su cosa
intenda il neo-sottosegretario Cento per
'grandi patrimoni' e 'rendite speculative'.

Incalzato dal perplesso intervistatore,
Paolo Cento nega di essere ancora affezionato
agli espropri proletari, come dichiarava solo
un po' di mesi fa, ma non demorde e manda
un messaggio inquietante ai 'mercati finanziari':

«I mercati devono imparare che al centro devono essere messi i
consumatori e i risparmiatori. Mi sembra che a spaventare ci abbiano
pensato gli scandali Cirio e Parmalat».

Certo, ma un po' di paura la mette anche Paolone Cento.



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-Da Roberto Bagnoli www.corriere.it
«Lotterò per introdurre la Tobin tax, il reddito minimo e per colpire
le rendite speculative». Un Verde, no global e antisistema come Paolo
Cento, è entrato ieri per la prima volta nella stanza dei bottoni del
ministero dell'Economia. Nei locali ovattati che furono di Quintino
Sella. Laureato in legge, romano, 43 anni, Cento è uno dei quattro
nuovi sottosegretari in attesa di delega dal ministro Tommaso Padoa-
Schioppa che ieri lo ha incontrato ammettendo di «non averlo mai visto
prima».

E che vi siete detti?
«Gli ho parlato del bilancio partecipativo e del ruolo del fisco
etico. Mi è sembrato interessato. Ho avuto un'ottima impressione,
grande competenza, grande stile. Lavoreremo bene insieme».

Ma com'è che lei è finito lì, lo avete chiesto voi?
«Dovevamo rompere il tabù per cui i Verdi sono una forza politica
confinata ai temi ambientali. Dopo aver ottenuto il ministero
dell'Ambiente, con Pecoraro Scanio siamo riusciti a far passare questa
logica. Un fatto simbolico molto importante».

Confindustria è spaventata dal partito del no.
«Dimostreremo che anche i Verdi sono un partito propositivo in grado
di affrontare i temi veri dell'economia, naturalmente con la nostra
ottica».

Leggo da sue dichiarazioni che «gli espropri non sono una rapina ma
una spesa sociale» .
«Era un caso specifico in merito a una iniziativa contro il caro-vita
nella grande distribuzione. E' evidente che gli espropri fanno parte
di una categoria del passato».

Ultimi libri di economia?
«Un saggio di Pierpaolo Baretta sulla responsabilità sociale
dell'impresa e "Torniamo ai classici" di Paolo Sylos Labini. La nostra
scommessa è di dare un contributo all'economia pubblica in maniera
diversa».

Tipo?
«La decrescita per esempio. Cominciamo a ragionare senza tabù che la
crescita economica non è di per sé un bene. Altro esempio è affrontare
la soluzione del precariato con l'introduzione del reddito di
cittadinanza, cioè il reddito minimo, come fanno Germania, Francia e
altri Paesi del Nord».

Lei cosa proporrà a Padoa-Schioppa?
«Conosce l'associazionismo di "Sbilanciamoci"? Ogni anno presenta una
contro-finanziaria puntando alla riduzione delle spese militari, al
codice etico degli appalti, al bilancio ambientale. Vorrei aprire un
confronto con loro. Sul cuneo fiscale vorremmo destinare una quota per
stabilizzare i precari».

Fisco etico che vuol dire?
«Usare la leva fiscale per modificare i consumi. Sul commercio e la
costruzione delle armi dovremo intervenire pesantemente. Così come
vorrei adoperarmi per introdurre a livello europeo la Tobin tax sulle
transazioni finanziarie e colpire le rendite speculative o i grandi
patrimoni».

C'è qualcosa sulla quale non siete disposti a mediare?
«No, nessuna pregiudiziale. La politica dei ricatti è finita. Certo la
riduzione delle spese militari sarà una grande questione culturale,
politica e finanziaria sul bilancio dello Stato».

Non rischiate di spaventare i mercati finanziari?
«I mercati devono imparare che al centro devono essere messi i
consumatori e i risparmiatori. Mi sembra che a spaventare ci abbiano
pensato gli scandali Cirio e Parmalat».

E' vero che ha una macchina Suv?
«Sì, ma è in vendita e comunque resto contrario al suo uso in città».

A presto,
Vs. Francesco Carla'






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