di Francesco Carlà

Affari nostri: Italia quanto invecchi

del 17/07/2006
di Francesco Carlà

Carissimi Fwiani,

Italians dont do it better.
Anche per via dell'eta' che avanza.

Bisognerebbe dirlo a Paolo Cento,
sottosegretario economico dei Verdi
con un passato di appassionato degli
'espropri proletari', il quale ha di
recente sostenuto che la decrescita
economica puo' essere migliore della
crescita economica.

S&P non e' d'accordo per niente.

Anzi, in uno studio che riguarda il
nostro Paese, ha appena messo nero su bianco che,
se lasciamo le cose come stanno adesso
dal punto di vista previdenziale,
tempo un po' di anni e finiamo a fondo
come delle pietre da mulino.

"In questo scenario - prosegue la nota - il deficit e il debito
pubblico salirebbero in modo sensibile, a partire dal 2025, per
raggiungere rispettivamente il 12% e il 220% del pil nel 2050". E un
peggioramento dei conti di questo tipo "non sarebbe compatibile con
l'attuale rating sovrano cosiddetto di 'AA'", ma lo farebbe scendere
ad 'A' dal 2015 e a 'BBB' nel 2030.

Allora si che avremmo una bella decrescita
come sembra desiderare Paolone Cento.


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-Reuters
La spesa previdenziale mette sotto pressione il rating italiano. E'
quanto si legge in un report sul nostro Paese, stilato dall'americana
Standard&Poor's. L'invecchiamento della popolazione italiana, "senza
una politica concertata e riforme fiscali, porterà una intensa
pressione sulle finanze pubbliche e sul rating" sovrano, osserva
l'agenzia, che cita un rapporto stilato dall'analista Moritz Kraemer.

Nello studio - pubblicato oggi e dedicato alle dinamiche della spesa
pubblica legata al progressivo aumento dell'età media dei cittadini -
si legge che "senza ulteriori riforme, il totale delle spese per le
fasce più anziane della popolazione in italia aumenterà al 24,3% del
pil nel 2050, rispetto ad un dato già eccezionalmente alto pari al 22%
nel 2005".

"In questo scenario - prosegue la nota - il deficit e il debito
pubblico salirebbero in modo sensibile, a partire dal 2025, per
raggiungere rispettivamente il 12% e il 220% del pil nel 2050". E un
peggioramento dei conti di questo tipo "non sarebbe compatibile con
l'attuale rating sovrano cosiddetto di 'AA'", ma lo farebbe scendere
ad 'A' dal 2015 e a 'BBB' nel 2030.

Questo scenario, precisa poi il report, "non rappresenta una
previsione di Standard&Poor's", ma si tratta di "una simulazione che
evidenzia l'importanza della spesa sociale per le fasce più anziane
della popolazione in termini di impatto sui rating sovrani. In realtà
è molto improbabile che il governo lascerà il debito e il deficit
precipitare in una spirale senza controllo".

A presto,
Vs. Francesco Carla'






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