di Francesco Carlà

Affari nostri: No all'indulto per i colletti bianchi

del 31/07/2006
di Francesco Carlà

Carissimi Fwiani,

La legge Mastella vuole promuovere l'indulto anche
per i reati finanziari e quelli dei 'colletti bianchi'.

Io non sono d'accordo e sono in
buona compagnia con Scalfari, Travaglio,
Grillo e Di Pietro, tra gli altri.

Invece i comunisti assortiti dell'Unione votano
a favore e cosi' anche i Verdi di Paolone Cento.

L'ecologia dell'ambiente Italia non
si puo' fare solo con la Tav e l'energia
nucleare, che poi ci tocca comprare dalla Francia.

E' decisivo che si faccia pure con le sanzioni
e le pene, da scontare rigorosamente, per
chi intrallazza e bara nei giochi finanziari
e della pubblica amministrazione.

Voi che ne pensate? f.carla@finanzaworld.it


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-Eugenio Scalfari da www.repubblica.it
Debbo confessare che il Di Pietro capo di partito non incontra le mie
simpatie. Non mi piace la sua squadra. Non mi piace affatto quel suo
subdolo personaggio che è andato a fare il presidente della
commissione Difesa della Camera con i voti del centrodestra. Diciamo
insomma che non sono un fan dell'ex procuratore di Mani pulite.

Ma dichiaro che condivido invece al cento per cento la posizione di Di
Pietro sul provvedimento di indulto preparato dal ministro della
Giustizia, sul quale la Camera discute oggi e probabilmente voterà
domani. Sono molto stupito che quel provvedimento abbia il sostegno di
tutti i gruppi del centrosinistra, compresa quella sinistra radicale
che spacca il capello in quattro sulla necessità che il governo sia
"discontinuo" rispetto alla politica e alla legislazione ereditate da
Berlusconi.

Il problema di questo indulto è chiarissimo: il centrosinistra è
favorevole all'amnistia ma non riesce ad ottenere la maggioranza
qualificata che la legge richiede.

Allora ripiega su un indulto diminuendo di tre anni le pene comminate
a tutti i responsabili di reato salvo alcune categorie ritenute di
particolare gravità. I reati esclusi dall'indulto sono nel disegno di
legge Mastella quelli di natura mafiosa, quelli riguardanti la
pedofilia e i reati di terrorismo interno e internazionale. In tutti
gli indulti che sono stati approvati in precedenti occasioni (come
pure in tutte le precedenti amnistie) sono stati sempre esclusi dai
provvedimenti di clemenza i reati di corruzione e di concussione
commessi contro la pubblica amministrazione. Invece nel provvedimento
Mastella - e per la prima volta nella nostra legislazione - questi
reati beneficeranno della clemenza approvata dal Parlamento. Di qui il
rifiuto di Di Pietro di votare in favore e di qui anche la nostra
concordanza con la sua posizione.

La verità che sta dietro all'estensione dell'indulto ai reati di
corruzione e concussione contro lo Stato è presto detta: senza
quell'estensione i voti di Forza Italia verrebbero a mancare e quindi
non si raggiungerebbe il "quorum" necessario. Mastella e la
maggioranza di centrosinistra si sono trovati di fronte a questa
"impasse"; per superarla hanno trangugiato il rospo.

Il rospo, tra l'altro, ha un nome abbastanza ostico: si chiama Cesare
Previti. Previti deve scontare cinque anni per una sentenza passata in
giudicato. Con l'indulto la pena si riduce a due anni per i quali sono
previsti provvedimenti alternativi come l'affidamento ai Premium
sociali.

Il problema Previti ha rappresentato una spina costante per Forza
Italia, che ha cercato di liberarsene in tutti i modi. Soprattutto con
un'aggressione continua e durata un decennio intero contro la
magistratura italiana nel suo complesso e quella milanese in specie e
con leggi "ad personam" che hanno rappresentato una delle più
umilianti stagioni politiche del Parlamento italiano.

Nonostante questi innumerevoli tentativi di manipolare e impedire
l'azione della giurisdizione, l'obiettivo è stato raggiunto solo in
parte; una condanna c'è stata, un reo è stato assicurato alla
giustizia. E come lui parecchi altri in analoghe condizioni.

Ora l'indulto che il centrosinistra propone oggi alla Camera, con
l'accordo di Forza Italia, realizzerà ciò che non era riuscito al
governo Berlusconi. Di più: le persone responsabili di reati contro la
pubblica amministrazione sono in tutto sessantasette; un numero esiguo
che non contribuirà in nessun modo a quello sfoltimento della
popolazione carceraria che è l'intento principale del provvedimento di
clemenza.
C'è infine un'ultima ragione che ci spinge a criticare la posizione
del governo e a concordare con quella di Di Pietro: gran parte dei
parlamentari di An voteranno contro il provvedimento di Mastella. Per
ragioni che non condividiamo, ma resta il fatto che i colpevoli di
reato contro lo Stato per corruzione e concussione avranno sconti di
pena col voto del centrosinistra e di Forza Italia e con il voto
contrario di Alleanza nazionale. È una posizione piuttosto scomoda,
non vi pare?

A presto,
Vs. Francesco Carla'






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