di Francesco Carlà

Affari nostri: Di Pietro e la parola 'fine'

dell' 11/09/2006
di Francesco Carlà

Carissimi Fwiani,

Anche questo week-end 'traffico' in Autostrada.

Ma per Antonio Di Pietro la parola 'fine'
e' stata gia' scritta, e la UE non c'entra
assolutamente nulla.

La parola 'fine' al film estivo italo-spagnolo.

Vi avevo promesso che avrei seguito
fino in fondo la vicenda Autostrade-Di Pietro,
una faccenda che conta molto per il nostro
Paese e per i rapporti europei, anche futuri.

Il punto e' sempre il solito, decisivo:
I conflitti di interesse.

E' di quello che si occupa la decisione del
nostro Governo, non della fusione Autostrade-Abertis
come cercano di far sembrare i diretti interessati.

Per ovvie questioni di soldi.

"La decisione, come abbiamo più volte spiegato, riguarda la richiesta
del passaggio della concessione, che sulla base delle norme fissate a
suo tempo per la privatizzazione, non può essere data a società dove
sono presenti costruttori. E' una norma concordata allora con l'Europa
per evitare conflitti di interesse ed è quella vigente oggi che
abbiamo il dovere di fare rispettare."

Leggete l'intervista che segue: si capisce tutto.


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-www.repubblica.it
Antonio Di Pietro: La questione dell'accordo Autostrade-Abertis per me è
un'istruttoria e un processo che si è chiuso con la decisione presa in
agosto. Se qualcuno vuole riaprire il 'caso' ed esaminare altre
proposte vedremo e giudicheremo. Ma ad oggi non vedo che cosa altro ci
sia di nuovo.

Repubblica: Nessuna paura del possibile giudizio della UE?
ADP: L'istruttoria dell'Europa riguarda la concorrenza e il mercato
interno, non c'entra nulla con le decisioni che si sono prese ad
agosto dal mio ministero e da quello dell'Economia.

R: E che cosa riguarda allora la decisione?
ADP. La decisione, come abbiamo più volte spiegato, riguarda la
richiesta del passaggio della concessione, che sulla base delle norme
fissate a suo tempo per la privatizzazione, non può essere data a
società dove sono presenti costruttori. E' una norma concordata allora
con l'Europa per evitare conflitti di interesse ed è quella vigente
oggi che abbiamo il dovere di fare rispettare.

R: Dunque voi non avete bloccato la fusione tra Autostrade e Abertis?
ADP: Nient'affatto, la fusione, in sé e per sé non c'entra. Noi
abbiamo solo agito tenendo presente la legge sulla questione della
concessione e del suo passaggio ad un soggetto terzo sulla base delle
norme fissate ai tempi della privatizzazione. Se qualcuno vuole
cambiarle si può aprire un'altra istruttoria e decidere eventualmente
in base alle nuove regole. Ma ora la legge è quella ed è dovere di un
ministro applicarla.

R: Bloccando il passaggio della concessione di fatto l'accordo non si
può fare. Non si può cambiare la legge?
ADP: Può essere, ma è un discorso che deve essere esaminato sulla base
di una nuova istruttoria. E poi c'è sempre all'ordine del giorno la
questione di fissare nuove norme che governino il sistema delle
convenzioni autostradali e i suoi meccanismi di controllo e
sanzionatori.

R: Cioè?
ADP: Non si può andare avanti con un meccanismo che non prevede
controlli e eventuali misure per tutelare il contribuente. Se, ad
esempio, qualcuno mi dice che non sono stati fatti 3 miliardi di euro
di investimenti perchè gli enti locali hanno bloccato le
autorizzazioni, potrò o no, avere a disposizione una qualche norma che
mi consenta di dire a quel concessionario: va bene, ma i soldi nel
frattempo me li devi mettere in un fondo vincolato a garanzia che
questi vengano fatti? E poi c'è la questione delle sanzioni.

R: Anche quelle da rivedere? Perchè non sono adeguate?
ADP: In un certo senso sì, perchè oggi l'unico strumento che ha in
mano chi controlla il sistema è quello di revocare le concessioni. E
in alcuni casi è un'arma spuntata perchè esagerata.


A presto,
Vs. Francesco Carla'






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