di Francesco Carlà

La fine infinita di Alitalia

del 16/10/2006
di Francesco Carlà



Cari Fwiani,

I media l'hanno descritta come una resa.

Invece la lunga dichiarazione di Cimoli ha tutta l'aria di un
giudizioso elenco dei colpevoli della crisi infinita di Alitalia. Una
lista dei reprobi che sara' a disposizione dell'opinione pubblica e
della comunicazione, ma anche della politica, quando Cimoli se ne
sara' andato.

O sara' stato, per l'ennesima volta, cacciato.

La verita' e' che Alitalia non e' una compagnia di bandiera, e' uno
spauracchio volante. I disagi che offre il nostro vettore sono tanti e
fantasiosi. Si va dagli scioperi improvvisi, alle polemiche con il
personale di bordo e quello a terra. Fino alla possibilita', mi e'
successo personalmente di recente, di cominciare un viaggio con loro
per il Cairo e terminarlo con la Egypt Air.

'Riprotetto al volo' per usare il simpatico gergo delle compagnie aeree.

Gli azionisti Alitalia e tutto il Paese, possono quindi attendersi una
qualche possibilita' di turnaround, un salvataggio, una ripresa, come
direbbero a Wall Street? Cimoli, sostanzialmente, dice come cio'
sarebbe possibile.

Ma sembra un libro dei sogni.

-Il Resto del Carlino
Giancarlo Cimoli si arrende: in questo contesto Alitalia
non sopravvive. Come e piu' che in passato, ''la progressiva
erosione del capitale investito sara' ripetuta anche nel futuro,
semmai con maggiore rapidita' '' anche perche' piu' Alitalia vola
piu' perde.

La causa dell'attuale difficolta' della compagnia e' il sistema
nel suo complesso, in un mercato dove vige ''la legge del piu'
forte, del piu' spregiudicato, del piu' disposto ad operare contro
la legge''. Il numero uno dell'aviolinea lancia un 'j'accuse'
a tutto tondo: dalle difficolta' del mercato al forte potere
di sindacati e aeroporti, dall'aggressivita' delle low cost
(cresciute oltre il 20% al di la' delle previsioni) alle
discriminazioni dell'Enav, dalla scarsa sensibilita' dell'
Antitrust (che nega anche piccole acquisizioni) alla gestione
frammentata e carente dell'Enac.

E non manca l'incremento del prezzo del petrolio e l'impossibilita'
di assicurarsi contro la variazione dei prezzi perche' non aveva
le linee di credito necessarie. Il manager attacca anche le
autorita' fiscali, previdenziali e di controllo nazionali che
permettono a stranieri di operare su tratte italiane con personale
con contratto estero e quindi con contributi previdenziali e
fiscalita' piu' favorevoli.

Ma Cimoli e' convinto che sia ''ancora possibile una presa di
coscienza matura da parte delle istituzioni e delle parti
sociali e possa essere attivata una riforma'' che consenta
al trasporto aereo di funzionare secondo canoni di un'economia
evoluta ''a beneficio del Paese''.

Cosi', oltre alla denuncia, in un documento consegnato alla
Commissione trasporti della Camera dalla compagnia aerea in
vista dell'audizione dell'11 ottobre, il numero uno di Alitalia
illustra le quattro linee d'azione necessarie che costituiscono
''una prima iniezione di razionalita' e legalita' in un mercato
che per anni sembra averne fatto a meno''.

Si dovrebbe: eliminare le distorsioni della concorrenza
modernizzando la regolazione del sistema e l'Enac che lo
controlla; evitare che le inefficienze del sistema
(aeroporti, Enav) siano ribaltate sui conti economici delle
linee aeree, assicurando una parita' di trattamento nei Premium
e nei prezzi; realizzare un quadro infrastrutturale piu'
efficiente ed integrato, evitando la frammentazione degli
investimenti aeroportuali su molteplici strutture e accelerando
la realizzazione delle infrastrutture stradali e ferroviarie a
supporto degli aeroporti principali (in primis Malpensa);
supportare l'Alitalia nella necessaria azione di adeguamento
al nuovo contesto di settore.

E qui Cimoli indica cosa l'Alitalia puo' fare da parte sua
per migliorare efficienza, qualita' e produttivita': cedere
l'attivita' regional a partner specializzati, coprire rotte
di traffico turistico con partner low cost, cedere attivita'
non core, consolidarsi con gli altri operatori domestici non
solo per rafforzare il e ampliare l'offerta ma anche
per garantire ad Alitalia un ruolo di primo piano nelle
successive alleanze internazionali.

Occorre intervenire, secondo Cimoli, anche sull'impiego e
sui benefici contrattuali del personale e sulla redistribuzione
della flotta. Nel difficile rapporto con il sindacato, Cimoli
sottolinea che l'effetto annuncio di ogni sciopero danneggia
fortemente la compagnia e che lo strapotere della controparte
non e' stato gestito con il risultato che la richiesta continua
di cambi di management e' sempre stata soddisfatta con
l'avvicendamento di 6 amministratori delegati negli ultimi 15 anni.

''La ritirata di Cimoli non e' che l'ultima conseguenza di una
stagione devastante sul piano gestionale'' secondo il segretario
generale della Fit Cisl Claudio Claudiani, mentre FILT CGIL,
FIT CISL, UILT e UGL si dicono sconcertate dalle affermazioni
di Cimoli il quale, secondo il Sult ha fatto solo
un'operazione finanziaria mentre ora il Governo deve delineare
una politica di indirizzo diverso per l'intero settore del
trasporto aereo.

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