di Francesco Carlà

Dossier: fuga dall'infelicità finanziaria (2)

del 16/04/2007
di Francesco Carlà
Il successo dei business di IBII e' straordinario: +27%
di profitto medio annuale del pfolio dal gennaio 2006.

Si tratta di risultati davvero eccezionali
e ve li raccontero' in dettaglio nel mio
commento settimanale che segue.

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Carissimi Fwiani,

Quella che state per leggere e' la seconda
puntata di un dossier sul risparmio
e l'investimento che abbiamo pubblicato nel nostro
Premium 'Investitore Intelligente' un po' di tempo fa.

Ho pensato che possa essere interessante anche
per gli oltre 200.000 Fwiani che seguono questa mia
newslettera dal 1999.

Il dossier "Fuga dall'infelicita' finanziaria, come lo abbiamo
ribattezzato, viene proposto in 4 puntate ogni lunedi' sempre
qui in "Affari nostri".


Aspetto i vostri interventi sul mio Blog:
https://www.finanzaworld.it/blog

Oppure, come sempre, a f.carla@finanzaworld.it

Buona lettura a tutti, Vs. Francesco Carla'.



- Dossier: Fuga dall'infelicita' finanziaria (seconda puntata)

Penso che i comandamenti della Felicita' Finanziaria siano 3:

1 Risparmiare anche in questi periodi difficili;
2 Semplificare il mondo dell'investimento;
3 Aumentare il rendimento dei nostri risparmi.

Tutti pensano che la finanza sia rischio. E tanti non
ci si avvicinano proprio pensando a questo. Ma la finanza
è inevitabile per veder crescere il proprio patrimonio.

E il vero, grandissimo, rischio e' non fare nulla. Il vostro
patrimonio, il vostro denaro, si sbriciolera' negli anni.

Diventera' nulla. Non comprera' piu' niente.

Devo aver scritto da qualche parte che secondo me la
finanza e' la simulazione dell'economia: si sforza di predire
oggi quello che accadra' nei mercati reali domani.

E il futuro e' un'ipotesi. E uno sforzo.

In questo sforzo c'e' un rischio, e per quel rischio si viene
puniti o ricompensati. Anche e soprattutto per questo vi ho
tante volte messo in guardia contro i rischi eccessivi.


Mai usare soldi che vi servono per vivere.
Per esempio.

D'altra parte nessuno puo' pretendere di non correre rischi
e contemporaneamente mirare a rendimenti a due o tre cifre
in pochi mesi. Il rischio fa parte della natura della finanza.

Bisogna saperlo controllare visto che non lo si puo' evitare.

Ma si puo' battere il mercato. Si puo' battere il Benchmark.
Si puo' misurare il rischio. Si puo' evitare il rischio piu' grande:
l'erosione del proprio capitale.

Nel 1952 Markowitz scrive 'Portfolio Construction'.

Una delle questioni chiave di questo testo, che gli varra' il Premio
Nobel, e' decisiva: per avere maggiori risultati dagli investimenti
bisogna aumentare la volatilita' e quindi il rischio. Se riduciamo il
rischio invece si riducono i profitti.

Non c'e' scampo: non si puo' battere il mercato.

Warren Buffett non ha mai vinto un Premio Nobel.
In compenso e' il secondo uomo piu' ricco del mondo
e la sua fortuna ammonta a circa 50 miliardi di dollari,
indovinate accumulati come?

Battendo il mercato tutti i santi giorni per 50 anni.

Non e' mia intenzione aprire una disputa tra economisti
accademici alla Markowitz, e investitori efficienti alla Buffett,
ma e' abbastanza evidente che le teorie di Portfolio Construction
sono smentite dai fatti del mago di Omaha.

Naturalmente i fondi di investimento preferiscono glissare.
Non ci vuole molto a capire perche':

1 Se si scopre che il mercato si puo' battere diventa difficile
continuare a gestire fondi che servono soltanto a rastrellare
commissioni tra l'1 e mezzo e il 2% all'anno e oltre per avere risultati
in media peggiori degli indici di riferimento;

2 Se si scopre che il mercato si puo' battere diventa difficile
continuare ad effettuare un sacco di operazioni, le cui commissioni
sono pagate dai sottoscrittori, per ottenere risultati in media
peggiori degli indici di riferimento.

Indipendenti si nasce

Ho da sempre sottolineato l'importanza dell'indipendenza e
della mancanza di conflitti di interesse, specialmente quando
si tratta di questioni in cui e' coinvolto il denaro.

Chiedereste al macellaio se la carne e' buona?

Magari qualcuno lo fa anche, ma e' difficile immaginare una
risposta negativa.

Eppure, per molti anni, tanti e troppi risparmiatori ed investitori
hanno continuato a chiedere a consiglieri che non potevano
essere indipendenti, se i prodotti finanziari che vendevano erano buoni.

E non lo potevano essere.

Di recente Beppe Scienza, un professore di matematica
prestato alla finanza, ha pubblicato statistiche capaci di provare,
per l'ennesima volta, come sia strutturale l'incapacita',
per la media dei fondi azionari gestiti, di battere il mercato,
di fare meglio degli indici.

Anno dopo anno fanno regolarmente peggio.

E non fanno peggio solo per l'incapacita' dei gestori di
scegliere strategie azionarie giuste; fanno peggio soprattutto
perche' l'industria del risparmio gestito funziona in modo tale
da fornire, necessariamente direi, risultati medi molto deludenti.

Consumando, anno dopo anno, i risparmi.
Perche' accade questa inarrestabile erosione?

Le ragioni sono direi soprattutto due:
I fondi devono muovere molte volte i titoli durante l'anno per
generare commissioni dovute al trading, a vantaggio di societa'
quasi sempre dello stesso gruppo.

Poi applicano fees e altri costi assortiti, spesso di difficile
individuazione, che penalizzano in ogni caso i risultati.

Fino all'assurdo di farli guadagnare anche quando gli investitori perdono.

Cosa possono fare gli Investitori Intelligenti che non vogliono, e
fanno bene, rinunciare all'importantissima quota azionaria nel proprio
portafoglio?

Possono fare due cose:
1 Individuare fondi indice con costi bassissimi e dichiarati, senza sorprese;
2 Imparare a creare e gestire il proprio portafoglio azionario come
hanno fatto in questi anni migliaia di Fwiani con l'aiuto dei nostri
Premium.

Nella prossima puntata che potrete leggere
fra sette giorni sempre qui su Affari nostri,
scoprirete come si fa a battere il mercato
come stiamo facendo qui a FinanzaWorld
da molti anni.

A presto, Vs. Francesco Carla'

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