I buchi neri
di FinanzaWorld staff
Ne abbiamo parlato
molte volte, anche sul blog:
i "vizietti" giornalieri
rischiano di diventare
un vero buco nero alla
fine del mese.
Dalla brioche mattuttina
ai caffé durante la giornata.
Per chi è amante della
caffeina in tazzina,
brutte notizie: il prezzo
dell'espresso cresce.
Secondo i dati della
Confcommercio, il caffé
più caro di Italia lo
si beve a Bolzano (1 euro),
a seguire Piacenza e Cremona,
rispettivamente a 93 e
92 centesimi.
A Milano si pagano 81
centesimi, a Bergamo 82
e a Verona 86.
Naturalmente, scendendo
lungo lo stivale il prezzo
diminuisce: 62 centesimi
a Reggio Calabria e
64 a Bari.
I produttori di caffé
dichiarano che il "prezzo
non ha spiegazioni" aggiungendo
"Un chilo di caffé al barista
costa 20-22 euro e ci
si fanno circa 150 caffé.
Ma in questo prezzo rientrano
anche la macchina del caffé,
le tazzine e le salviette,
che vengono fornite sempre
dalle aziende produttrici".
Dunque ad incidere sull'aumento
del caffé non è la materia
prima bensì, come affermano
i baristi, i costi del
personale e gli affitti.
Insomma, il liquido nero
e bollente, alla fine del
mese, potrebbe diventare
un buco nero molto più
grande di una tazzina.
Sabato prossimo uscirà uno special sul Tfr,
se ne parla molto e ovunque, ma alle volte
vengono tralasciati aspetti importanti,
che se non considerati a dovere,
possono lasciare un segno
indelebile sullo standard
di vita futuro.
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