di FinanzaWorld staff

Chiusura pesante per Wall Street

del 10/05/2007
di FinanzaWorld staff

Pesante il ribasso odierno di Wall Street.
Dow Jones -1,11%
Nasdaq -1,60%

 

Sul Nyse l'81% dei titoli ha
segnato un ribasso, sul
Nasdaq il 76%.

 

Diversi i catalizzatori delle
vendite diffuse su tutti i settori.

 

La Banca d'Inghilterra ha aumentato i tassi
di un quarto di punto, arrivando al 5,5%.
La Bce ha lasciato invariati i tassi al
3,75% e il presidente Jean-Claude Trichet,
ha fatto capire che a giugno arriverà
l'aumento del costo del denaro, mossa già
scontata dai mercati, che tuttavia sono
stati colti un pò alla sprovvista
dai contrastati dati macro Usa e dalle
dalle parole di Henry Paulson.

Il segretario al Tesoro americano  ha sottolineato
che è un interesse degli Stati Uniti
avere un dollaro forte, pertanto, ciò equivale a
dire, che anche secondo lui, in linea con la Fed,
i tassi devono restare ai livelli attuali. 

 

Non a caso tale affermazione è stata fatta in concomitanza dei dati
sulla Bilancia Commerciale Usa di marzo, che ha evidenziato
un deficit di 63.9 miliardi di $, superiore alle attese
di 60 miliardi di $ e ai 58.4 mld  di $
registrati a febbraio. A spiazzare gli investitori
non è stato tanto l'aumento del 10% del deficit
ripetto al mese precedente, bensì l'aumento dell’1.3%
dei prezzi all’importazione,  contro le aspettative
degli analisti del +0.9%. A influire maggiormente
su quest'aumento è stato senza dubbio l'aumento
del 6.5% dei prezzi del petrolio.
In particolare, il deficit con la Cina si è
espanso a 17.2 miliardi, in aumento rispetto ai
15.6 miliardi di dollari dello stesso mese di un anno fa. 

 

Inoltre, i dati trimestrali di Whole Foods, 
hanno evidenziato una diminuzione degli utili dell'11%.
Questo dato ha fatto impensierire gli analisti in
merito al livello dei consumi statunitensi.


Infine, le situazioni di ipercomprato, dovute al rally
continuo di queste ultime settimane, sono state
l'ennesimo catalizzatore che ha indotto gli investitori
alla vendita.

Il dato sulla Bilancia Commerciale 
evidenzia due aspetti rilevanti.
Gli Usa, come tutti i paesi più energivori,
hanno una componente dell'inflazione che non
dipende da cause endogene, è importata.
Le leve interne al sistema possono
ben poco contro il rincaro energetico. La Fed
può compensare questa componente
solo indirettamente, agendo con
più vigore sulle componenti endogene.


Inoltre si evidenzia che la bilancia commerciale Usa trae e trarrà
scarsi benefici dal movimento del cambio,
per quanto il dollaro possa deprezzarsi.
Infatti,  è necessario un aggiustamento
delle quantità. L'Europa, con l'Euro forte,
dato il livello della domanda endogena
in aumento, ma ancora basso, non costituisce,
nè costituirà una fonte di aggiustamento della
Bilancia Commerciale a stelle e strisce.
Piuttosto, un riequilibrio potrà aversi
solo se il blocco asiatico aumenterà
la domanda e le importazioni.

Ma questo, nonostante le recenti
riforme di Pechino, sarà un
processo lungo, che darà
risultati lentamente e
avrà un impatto graduale
sulla Bilancia Commerciale
statunitense.


 

 

 

In rialzo i futures sul greggio,
i contratti di giugno e luglio
segnano rispettivamente
61,82$ e 63,46$ al barile.






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