di FinanzaWorld staff

Bacchettate europee

del 3/09/2007
di FinanzaWorld staff
La Commissione europea ha formalmente
richiesto, lo scorso 23 luglio, all´Austria ed
alla Germania di modificare la loro
legislazione fiscale per quanto riguarda i
pagamenti di dividendi in uscita ad imprese.

Entrambi tassano in modo più gravoso i
dividendi versati ad imprese estere che non
quelli versati ad imprese stabilite sul loro
territorio

La Commissione ha altresì inviato ad Italia e
a Finlandia richieste di informazioni
riguardanti le norme in vigore in base alle
quali i dividendi versati a fondi pensione
esteri possono essere sottoposti ad
un´imposizione più elevata rispetto ai
dividendi versati a fondi pensione nazionali.

Italia e Finlandia sono invitate a rispondere
entro due mesi, mentre Austria e Germania
devono modificare la propria legislazione pena
il rinvio alla Corte di giustizia Europea.

"[..] Gli Stati membri non possono tassare
maggiormente i dividendi versati agli
azionisti di altri Stati membri dell´Ue
rispetto ai dividendi versati agli azionisti
che risiedono sul loro territorio [..]" è
quanto dichiarato dal commissario competente
per la fiscalità e l´unione doganale, László
Kovács.

Le differenti tassazioni comportano una sorta
di esenzione fiscale per i dividendi
nazionali, mentre quelli in uscita sono
oggetto di una ritenuta alla fonte compresa
tra il 5% e il 25%, attuando una restrizione
evidente alla libera circolazione dei capitali.

In ordine allo stesso problema, il 22 gennaio
2007 la Commissione ha già deciso di deferire
Belgio, Spagna, Italia, Paesi Bassi e
Portogallo alla Corte di giustizia delle
Comunità europee.

Vanno tenuti in considerazione eventiali
crediti di imposta, ma le sentenze Denkavit
del 14 dicembre 2006 e la precedente Fokus
Bank, parlano chiaro: nessuna restrizione e
differenza di trattamento deve essere attuata
fra gli stati membri.




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