di FinanzaWorld staff

Wall Street e le attese sui tassi

del 7/09/2007
di FinanzaWorld staff

Giornata no a Wall Street.

 

Dow Jones -1.87%
Nasdaq - 2.02%

 

Sul Nyse l'82% dei titoli ha segnato un ribasso,
sul Nasdaq il 77%.

 

Il Dipartimento del Lavoro ha comunicato
il primo calo dell'occupazione degli ultimi
quattro anni.
Gli operatori attendevano un incremento di
110.000 posti di lavoro, mentre le stime
hanno segnalato un decremento di 4000 unità.
Inoltre, è stato rivisto al ribasso il dato di
luglio.Contrariamente all'aumento di 92.000
posti di lavoro stimati in precedenza,
la revisione ha rivisto l'incremento a 69.000.
I salari medi orari sono cresciuti dello 0.3%,
pertanto è rimasto invariato il tasso annuale
d'incremento pari al 3,9%.
Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 4.6%,
in linea con le attese.


  

Il Dipartimento del Commercio ha reso noto che
le scorte di magazzino all'ingrosso hanno avuto
un incremento dello 0.2%, contro lo 0.5% atteso.

 


Henry Paulson, Segretario del Tesoro Usa, ha detto di
non essere stato colto alla sprovvista da un dato sull'occupazione
così negativo. E' covinto che, nonostante la zavorra del settore
immobiliare, l'economia sia in grado di riprendersi nel
secondo semestre.

 

 

Le Borse sono decisamente sull'ottovolante in
questi ultimi tempi e cercano di trovare un
punto di rifermento. Aspettano un taglio dei tassi.

 

Le ancore di salvezza dell'economia americana
sono (erano?):

 

un mercato del lavoro robusto e dinamico

 

un'economia più soft che hard (Il Pil deriva per il 78%
dal settore dei servizi, che assorbe circa il 76% dell'occupazione)

 

elevata propensione al consumo degli americani

 

lento risanamento del deficit commerciale grazie alla debolezza del dollaro

 


Il mercato del lavoro sta dando segni di cedimento
e inevitabilmente può trascinare con sé i consumi.

 


La situazione dell'immobiliare è degenerata e sta
passando dal settore finanziario a quello economico.
Le iniezioni di liquidità, ormai divenute pratiche
giornaliere alla Fed, sono positive principalmente per
l'efficienza dei Mercati Finanziari e degli Istituti di Credito,
ma non hanno molti effetti sull'economia reale al momento.
La liquidità sta andando a tamponare le falle
createsi dalle diffuse insolvenze, evitano il credit crunch,
ma non risolve la causa dell'insolvenza.
Un taglio dei tassi darebbe certamente una boccata
d'ossigeno a tutta l'economia: dai mutuatari alle
banche passando per gli hedge funds.

 

Il rallentamento del mercato del lavoro
ha allargato ancor di più le possibilità
d'intervento di Bernanke.
Oramai il dibattito è se il taglio
sarà dello 0,25% o dello 0,50%.

 


Ai Mercati e all'economia serve
un'iniezione di fiducia.

 


La situazione psicologica nei Mecati
Finanziari è simile a quella del 1998,
quando colò a picco l'hedge fund
Long-Term Capital Management.
E' plausibile attendersi che la Fed
tagli i tassi dello 0,25% e
che Bernanke si prenda l'opzione
di effettuare un altro intervento
a sorpresa dello 0,25%, in funzione
della risposta dei Mercati.

 


 






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