di FinanzaWorld staff

Imprese gioie e dolori

del 20/09/2007
di FinanzaWorld staff
Una ricerca della Confederazione Italiana
Agricoltori ha rivelato che il costo
burocratico per il sistema imprenditoriale
italiano è di circa 14.9 miliardi di euro (con
una suddivisione che porta a 12.000 euro a
impresa di media).

Il "costo" è da imputare per più di 3 miliardi
a ritardi, disservizi e alle inefficienze
della pubblica amministrazione che comportano
un forte ostacolo alla crescita economica, ed
un'incidenza negativa sull’occupazione e la
competitività.

Il presidente della CIA, Giuseppe Politi, ha
affermato che: "[..] Il costo degli
adempimenti amministrativi diventa sempre più
pesante. Basti pensare che ogni anno servono
più di 100 giornate di lavoro per rispondere
agli obblighi di carattere burocratico. E
questo non lo diciamo noi. Lo sostiene una
recente indagine dell’Istat nella quale si
evidenzia che l’onere del rapporto
azienda-macchina pubblica pesa per il 30 per
cento sul costo complessivo del lavoro per i
piccoli e medi imprenditori [..]".

Se a questo aggiungiamo la scarsa trasparenza
ed un linguaggio complesso e troppo spesso
astruso si dimostrano un intralcio notevole
per le imprese. Una complessità alla quale si
aggiungono ritardi nelle risposte e
un’assistenza pressoché nulla da parte
dell’amministrazione. Elementi che spingono la
quasi totalità delle aziende a rivolgersi a
tecnici esperti per poter interpretare il
mondo della burocrazia.

Da questo panorama tristemente deludente ci
spostiamo ad un aspetto piacevole.

Un'indagine della Camera di Commercio di
Milano ha dimostrato che circa 2136 nell'area
milanese sono sotto il controllo "femminile"
(1009 delle quali nella sola città di Milano),
pari a quasi un terzo del totale.

Il settore della moda evidenzia una presenza
rosa senza rivali e dalla confezione di
articoli di abbigliamento (40%) al settore
tessile (29%), dalla lavorazione del cuoio
(21%) ai gioielli (14.5%) al design applicato
alla moda (29%) le imprese tengono bene nel
2006 (-0.6%) mentre riprende anche l’import,
cresciuto di oltre il 12% e l’export di quasi
il 9% (nel 2005 la crescita dell’export si era
fermata al 4.8%).

Questi numeri sono la conferma che il settore
della moda interpreta un ruolo da protagonista
nel panorama dell’industria manifatturiera
italiana.






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