di FinanzaWorld staff

Il cocktail che paga bene

del 29/10/2007
di FinanzaWorld staff
Ottimi risultati dall'ultima trimestrale di
Interactive Brokers (NASDAQ:IBKR).

Chi è e qual è il suo business?

Creata nel 1977 dall'attuale CEO, Thomas
Peterffy, opera sia come market maker che come
broker.

Offre liquidità su decine di migliaia di stock
e opzioni, cosi come su altri prodotti derivati
e obbligazioni su circa sessanti mercati
differenti in sedici paesi.

Cosa sono un Market Maker ed un Broker?

Un Market Maker vende e compra azioni per se
stesso continuamente, guadagnando da milioni di
minuscole differenze di prezzo di vendita e di
acquisto.

Quindi il possibile guadagno è tutto legato
all'algoritmo che tenta di prevedere il valore
di mercato in cui la domanda e l'offerta per un
titolo sono in bilancio per pochi secondi ed
esegue operazioni di piccola entità, ma con
spread favorevoli.

Un Broker invece vende e compra azioni per
qualcun altro, e ne guadagna una commissione.

Pur avendo concorrenti importanti come Goldman
Sachs (NYSE:GS), Citigroup (NYSE:C) e Merril
Lynch (NYSE:MER), Interactive Brokers ha a suo
vantaggio un software proprietario, che
automatizza le funzioni di trading e permette
di operare contemporaneamente su 60 diversi
mercati mondiali.

Offre, ad esempio, l'opportunità di comprare
un'azione a Londra, un derivato in Germania,
un'opzione negli Stati Uniti e cambiare valuta,
tutto da un unico conto titoli.

Questa offerta era inizialmente per investitori
istituzionali, ma ora IB sta offrendo i suoi
servizi anche ad un pubblico più ampio.

IB dichiara di avere un business stagionale, in
realtà è semplicemente volatile.

Le revenue nel segmento market maker non sono
consistenti, con alcuni trimestri di grande
rialzo e altri in ribasso e possiede inoltre il
20% del mercato USA sulle opzioni.

L'azienda è diventata pubblica lo scorso Maggio
al prezzo di 30.01 dollari per azione e in
pochi mesi ha perso terreno fino a toccare i 21
dollari.

Solo ora è tornata intorno al prezzo della IPO,
l'offerta pubblica di acquisto.

E' comunque un'azienda con 30 anni di storia su
un mercato in forte crescita come quello dei
derivati.

Torniamo ad esaminare i risultati trimestrali.
Il fatturato è arrivato al livello record di
445 milioni di dollari (+31%), con un
incremento del profitto netto del 33%.

Il profitto per azione è stato di 0.53 dollari,
contro una stima di 0.33 dollari ed il margine
operativo è incrementato del 4%.

Le operazioni di brokeraggio hanno raddoppiato
il profitto netto, raggiungendo un quinto del
profitto totale.

Il numero totale di account è cresciuto del
22%, arrivando a 99 milioni e, dato ancora
piu` interessante, la cosiddetta 'customer
equity' è cresciuta del 53%.

Ciò significa che o il cliente medio di IB ha
migliorato significativamente il profitto netto,
oppure l'azienda ha attratto investitori con
fondi maggiori.

La valutazione è tuttavia accettabile, visto
che IB cresce intorno al 20% all'anno.

Ma, come sempre, ci sono anche dei rischi.
Il titolo è sicuramente volatile e la perdita
di fette di mercato avrebbe ripercussioni
negative sul prezzo.

L'azienda ha comunque un grosso potenziale
perchè mentre le vendite sono in crescita, le
spese operative sono praticamente fisse,
portando quindi ad un incremento del margine
operativo.

Cos'è il Margine Operativo?

E' uno strumento di screening utile per
confrontare i risultati di anni differenti.

Un suo incremento, insieme al miglioramento
del margine lordo (gross margin) porta alla
crescita dei profitti finali.

Vedremo se il trend positivo continuerà nei
prossimi mesi.





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